FOSSANO - Fossano, botte e rapina al buttafuori che rifiutava di farli entrare in discoteca: in due a processo

I fatti avvennero all’esterno del Ballalinda. Vittima un addetto alla sicurezza marocchino: ‘Devono capire che in questo Paese si rispetta la legge’

a.c. 16/09/2020 12:52

 
Ci sarebbe un’assurda ‘vendetta’ contro il buttafuori che aveva rifiutato di farli entrare nel locale, all’origine dell’aggressione con rapina di cui rimase vittima un addetto alla sicurezza del Ballalinda di Fossano nell’estate 2018.
 
I fatti risalgono alla notte tra il 30 giugno e il 1 luglio. Poco dopo la mezzanotte il buttafuori all’ingresso del disco club, un 51enne del Marocco, aveva visto un’Audi parcheggiare fuori dagli stalli: “Ho chiesto con gentilezza di spostare l’auto - ha raccontato in aula - ma il passeggero mi ha apostrofato con tono arrogante con frasi come ‘cosa fai se non la spostiamo?’ e ‘tu non sai chi siamo noi’”. A bordo si trovavano due giovani di nazionalità albanese più tardi identificati come K.P, classe 1991, e R.H., classe 1992: entrambi all’epoca residenti a Fossano e incensurati.
 
I due avrebbero comunque acconsentito a parcheggiare altrove, sebbene malvolentieri e insultando il dipendente che dal canto suo aveva già richiesto al collega addetto agli accessi di non farli entrare perché “arroganti e pericolosi per il locale”. I due albanesi a questo punto si sarebbero infuriati tornando a offendere il buttafuori che li aveva invitati per primo a spostare l’auto e minacciandolo di ritorsioni. Una decina di minuti dopo, i due si sarebbero infatti ripresentati: “Questa volta guidava quello che prima era seduto sul lato passeggero, più basso di statura. L’ho visto uscire dall’Audi con una mazza da baseball di metallo e venire verso di me insieme al suo amico”.
 
Alla successiva aggressione avrebbero assistito anche il titolare del locale e un collega del buttafuori, che ne ha confermato la versione davanti ai giudici: “Ho sfilato la mazza al mio aggressore ma lui mi ha afferrato il polso, rompendolo. Mi sono accorto poi che uno dei due si avvicinava da dietro per sfilarmi il cellulare e il portafoglio con circa 200 euro prima di dileguarsi”. L’altro addetto alla sicurezza, intervenuto per bloccare i due albanesi, ha affermato di aver visto il ragazzo più alto afferrare qualcosa da terra e allontanarsi con il complice.
 
Per l’aggredito la disavventura si è conclusa con una prognosi di trenta giorni e nessun indennizzo. Il 51enne maghrebino ha precisato di non aver mai risposto alle provocazioni dei due giovani con insulti o minacce fisiche: “Non sono mai venuti a scusarsi. Se non fosse stato per la frattura e la rapina non avrei nemmeno sporto denuncia: ma devono capire che in questo Paese vanno rispettate le leggi”.
 
Il processo è stato rinviato al prossimo 23 settembre per ascoltare gli altri testimoni del pm e dell’avvocato Enrico Gallo, difensore di entrambi gli imputati.

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