FOSSANO - La denuncia di una donna: “Il mio ex mi ha tagliato i freni dell’auto”. Il giudice lo condanna

L’imputato, un allevatore fossanese, era finito ai domiciliari dopo varie violazioni. Su Whatsapp un “conto alla rovescia” prima del compleanno di lei

Andrea Cascioli 15/04/2024 19:20

Una “varietà e progressiva pericolosità delle condotte” di stalking, indicative della “volontà di far percepire una smania di controllo che è il tratto tipico della condotta persecutoria”. Questo sta alla base della richiesta di condanna, da parte del sostituto procuratore Francesca Lombardi, nei confronti di un allevatore fossanese, classe 1982, finito sotto accusa dopo la denuncia della sua ex fidanzata, residente in un comune dell’hinterland cuneese.
 
A D.S. la Procura imputava una serie di episodi a partire dagli scampanellii che la ragazza avrebbe cominciato a sentire, sempre alla stessa ora, dal momento in cui aveva deciso di troncare una relazione tormentata, dopo vari tira e molla. Poi le azioni più moleste: un misterioso liquido bianco rinvenuto nel serbatoio dell’auto di famiglia, il disegno di un pene sul veicolo, le scritte sul tragitto da casa a lavoro (“io ti vedo”), inseguimenti e appostamenti sotto il luogo di lavoro di lei. E soprattutto un inquietante episodio di sabotaggio, attribuito dalla persona offesa al presunto persecutore: “Il meccanico - ha raccontato la sorella della donna - disse che erano stati tagliati freni e che lei era viva per miracolo. Anche la mia auto venne rigata”.
 
A tutto ciò si sarebbero sommate le molestie “virtuali”, costituite da una serie di pubblicazioni su Whatsapp e Instagram: “In un’occasione aveva postato l’immagine di due occhi e la scritta ‘io ti osservo, io ti vedo’. Un’altra volta scrisse ‘finalmente tutti dormono, c’è solo il rumore dell’acqua’: noi abitiamo vicino a un canale”. A un certo punto, sul profilo Whatsapp del 42enne era comparso un “conto alla rovescia” che segnava i giorni mancanti al compleanno dell’ex fidanzata. A corredo, la frase “finalmente saremo tutti liberi e potremo festeggiare”. L’uomo era stato sottoposto in fase di indagini a un divieto di avvicinamento, poi aggravato dagli arresti domiciliari a fronte delle violazioni. A “un messaggio di sfida anche nei confronti dell’autorità giudiziaria” il pubblico ministero riconduce la pubblicazione, sempre su Whatsapp, di un’ordinanza del gip. Nei confronti dell’imputato, cui erano contestati anche strattonamenti e una minaccia con il coltello, la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a due anni e tre mesi.
 
L’avvocato Matias Conoscente, patrono della parte civile costituita, si è soffermato sulla “ancora maggior pervasività delle condotte” determinata dall’uso di cellulari e social: “L’obiettivo era provocare il concreto e fondato timore che, nonostante l’interruzione della relazione, lei non avrebbe potuto più liberarsi di lui, sia nel mondo fisico che in quello virtuale”. In questo il fossanese avrebbe fatto ricorso anche a “condotte persecutorie di tipo ‘indiretto’, orchestrate per il tramite di terze persone più o meno compiacenti”.
 
“Quanto accaduto va ricondotto alle dinamiche di un rapporto sentimentale chiuso, che ha avuto sì degli strascichi, ma senza rilevanza penale” ha sostenuto l’avvocato Paolo Marabotto, difensore dell’imputato insieme alla collega Francesca Cavallero. “Non ci sono episodi di violenza nei confronti della persona offesa” ha rimarcato il legale, sottolineando come i messaggi su Whatsapp non fossero indirizzati a lei: l’uomo li aveva pubblicati su una nuova utenza telefonica che in teoria la sua ex non avrebbe dovuto conoscere, ma tramite amici comuni le venivano comunque notificati. “L’uso discutibile dei social ritorna non solo in capo a lui, ma alla stessa persona offesa” ha aggiunto il difensore, facendo riferimento a un tentativo della donna di contattare l’ex con un profilo falso, combinando un appuntamento.
 
Il giudice Giovanni Mocci, accogliendo le richieste di condanna, ha fissato la pena in un anno e due mesi di reclusione. Nei confronti del condannato è disposta la sospensione condizionale, subordinata a un risarcimento di 10mila euro.

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