FOSSANO - Per la Procura la morte di Balocco e Vigo è “un fatto accidentale”

A Torino è aperto un fascicolo senza ipotesi di reato: si vuole capire cosa abbia attirato il fulmine. Oggi Fossano ha dato l’ultimo saluto all’industriale dolciario

Redazione 29/08/2022 18:50

La morte di Alberto Balocco e Davide Vigo, colpiti da un fulmine nel pomeriggio di venerdì 26 nei pressi del colle dell’Assietta, è “un fatto accidentale”. Ne è certa la Procura di Torino, dove si sta comunque valutando se svolgere accertamenti ulteriori per avere un resoconto completo sull’accaduto.
 
L’agenzia Ansa precisa che il fascicolo aperto dagli investigatori non ha ipotesi di reato né indagati. La causa della morte è risultata subito evidente, tanto che, su indicazione del medico legale che ha svolto i primi controlli, non è stata ordinata l’autopsia: “I corpi - si fa sapere - presentavano lesioni tipiche e analoghe (quelle su Vigo in misura maggiore)”. È possibile che gli inquirenti cerchino di capire se il fulmine sia stato attirato dalle mountain bike, due biciclette a motore elettrico che erano state noleggiate in occasione della gita sull’Assietta, o da qualsiasi altro oggetto custodito dalle vittime. Vigo e Balocco si trovavano su un tratto del costone della montagna completamente privo di alberi.
 
Il 56enne Alberto Balocco, amministratore delegato dell’omonima azienda dolciaria di Fossano, aveva festeggiato il suo compleanno solo un giorno prima della tragedia. Era sui monti del Torinese, a Pragelato, in compagnia dell’amico Davide Vigo, 55 anni, originario di Torino ma residente da anni in Lussemburgo dove si occupava delle relazioni internazionali del gruppo Giorio, un’impresa di Montà d’Alba attiva nel settore pavimentazioni e arredamento.
 
Oggi intanto a Fossano è stato il giorno del commiato. Lutto cittadino e saracinesche dei negozi abbassate per i funerali di Balocco, accompagnato nella cattedrale di San Giovenale dalla famiglia, da numerose autorità e da una folla di operai e collaboratori. Il rito funebre è stato presieduto dal vescovo di Cuneo e Fossano, monsignor Piero Delbosco.

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