FOSSANO - Ruba il cellulare al vicino in treno e si giustifica: ‘Mi aveva preso la giacca’

Il colombiano era stato arrestato dai Carabinieri in flagranza, appena fuori dalla stazione di Fossano

a.c. 24/07/2019 13:45


A sentire lui, il colombiano L.F.G., non si sarebbe trattato d’altro che del tentativo di farsi restituire la sua giacca, con il cellulare e il portafoglio, dal ragazzo che gliel’aveva sottratta in treno. O forse di una singolare applicazione della legge più vecchia del mondo, il codice di Hammurabi, con il suo ‘occhio per occhio’.

Sta di fatto che quel 22 gennaio 2015 i Carabinieri di Fossano erano intervenuti in stazione dopo la segnalazione di una rapina impropria, trovando L.F.G. in possesso di un cellulare rubato a un ragazzo che conosceva di vista e che aveva incrociato poco prima nello scompartimento di un treno.

Il derubato confermava di essere stato affrontato dal colombiano insieme a un’altra persona, rimasta ignota, perché ritenuto responsabile della sparizione di un giubbotto che era stato lasciato incustodito sui sedili. Uno dei due lo avrebbe spintonato mentre il complice gli sottraeva il cellulare per poi dileguarsi.

“Stavo tornando dal supermercato, passando lungo il lato posteriore della stazione, quando ho incontrato il mio conoscente L.F.G.” ricorda un testimone, che poco dopo assistette all’arrivo dei Carabinieri e all’arresto dell’imputato. Il colombiano aveva detto anche a lui di essere stato derubato e di avere a sua volta sottratto “per vendetta” il cellulare del presunto colpevole. Sta di fatto che mentre i militari dell’Arma avevano subito ritrovato questo oggetto, del fantomatico giubbotto nessuno ha più saputo nulla.

Nell’interrogatorio davanti al gip L.G.F. aveva affermato di aver sospettato subito del ragazzo perché tra i due non correva buon sangue, e quest’ultimo avrebbe riso alla sua richiesta di spiegazioni sulla sparizione della giacca. Il tribunale ha derubricato l’imputazione da rapina impropria a furto con strappo e ha condannato l’uomo a sei mesi di carcere: in capo al colombiano, oggi irreperibile, pende anche un ordine di espulsione emesso dalla questura di Torino nel 2014 ma tuttora da eseguire.

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