BENE VAGIENNA - Si scontrò contro due veicoli incidentati sulla Torino-Savona: condannato un automobilista

A processo per lesioni sono finiti i conducenti di tutti e tre i mezzi. Il duplice sinistro provocò sei feriti, tra cui un uomo che subì l’amputazione di una gamba

a.c. 18/10/2022 17:05

Si è chiuso con una condanna e due assoluzioni il processo per lesioni gravissime contro tre automobilisti, coinvolti in un incidente lungo l’autostrada A6 che provocò sei feriti nel settembre 2018.
 
Il sinistro, dalla dinamica complessa, avvenne intorno alle ore 6,20 di mattina nel tratto di Bene Vagienna. A innescarlo il tamponamento di una Lancia Y da parte di un camioncino che viaggiava in direzione di Mondovì. A bordo del camion erano presenti tre persone, padre e due figli di Roccaforte Mondovì: i tre, tecnici di impianti idraulici, tornavano da Torino dove avevano portato a termine un lavoro. Dopo il tamponamento la Lancia si era girata su se stessa ed era rimasta ferma in carreggiata, mentre l’altro veicolo aveva accostato in corsia di emergenza a qualche centinaio di metri di distanza. Circa un minuto e mezzo dopo una Fiat Sedici aveva scheggiato la Lancia ed era poi finita contro il camion: nel secondo incidente un 43enne, sceso insieme agli altri due occupanti, era stato schiacciato dall’autocarro contro il guard rail e aveva subito l’amputazione di una gamba. Il ferito era il fratello dell’autista del camion e così ha ricordato in aula quei terribili istanti: “Mi sono spostato verso il guard rail del ponte e ho fatto appena in tempo a sentire mio padre dire che stava arrivando un’altra macchina. Questa è andata a sbattere contro il nostro camion che si è spostato in avanti e mi ha schiacciato le gambe contro il guard rail”.
 
A processo con l’accusa di lesioni colpose gravissime sono stati chiamati il conducente del camioncino, I.L., il guidatore della Lancia Y, R.G., e anche l’automobilista sopraggiunto a bordo di una Fiat Sedici, S.P., quella scontratasi con entrambi i mezzi ormai fermi. Al momento del secondo incidente nessuno dei passeggeri dell’autocarro indossava ancora i giubbotti catarifrangenti.
 
La Procura ha ravvisato elementi di responsabilità in capo a tutti gli imputati, domandando per ciascuno la condanna a due mesi di reclusione. Il pubblico ministero Alessandro Borgotallo, in particolare, ha contestato un sorpasso azzardato all’autista del camion, ravvisando in esso l’origine del primo incidente. Anche il guidatore della Lancia Y tamponata, però, avrebbe commesso un’infrazione, omettendo di segnalare in tempo la presenza dell’auto incidentata sulla strada con il triangolo e le quattro frecce: “Nessuno nega che fosse essa stessa una manovra pericolosa, ma è una manovra che andava fatta” ha precisato il procuratore. Quanto al conducente del terzo veicolo, la Fiat Sedici, “aveva la possibilità di evitare quell’ostacolo”: lo dimostra, secondo l’accusa, il fatto che altre sei macchine erano transitate in quel minuto e mezzo senza scontrarsi con l’auto ferma né con l’autocarro.
 
Tutte e tre le difese, per contro, hanno domandato l’assoluzione dei rispettivi assistiti. Per l’avvocato Silvia Genta, legale dell’automobilista tamponato a bordo della Lancia Y, l’uomo “ha tenuto una condotta corretta e comunque non avrebbe potuto tenerne una differente”. Nello spazio tra il primo e il secondo incidente avrebbe anche tentato di azionare le quattro frecce e le luci, senza però riuscirci: “Il tamponamento è ascrivibile solo alla condotta del conducente del camion. La Fiat Sedici guidata da S.P. collide con la Lancia Y di R.G. perché arrivava ad elevata velocità in fase di sorpasso”. Il difensore di I.L., l’autista del camion, ha insistito invece sulla “non consequenzialità” tra i due incidenti: “Si tratta di due sinistri indipendenti, - ha argomentato l’avvocato Franco Vazzio - non di un ‘incidente a catena’. Quando avviene il tamponamento, la Fiat Sedici è ancora ad oltre due chilometri di distanza”. Rispetto al secondo e più drammatico incidente si ravvisa “una totale assenza di colpa da parte del conducente e dei passeggeri del camion, che hanno rispettato le norme della strada fermandosi in sicurezza”. L’avvocato Pierpaolo Chiorazzo difendeva il terzo automobilista, S.P., sopraggiunto sulla Fiat Sedici: “Non ha violato alcuna regola cautelare. Il fatto che sopraggiunga dopo oltre un minuto va a suo discapito anziché provarne la colpa, perché non era a conoscenza del tamponamento di cui altri automobilisti erano stati testimoni”. È accertato, ha aggiunto il legale, che S.P. viaggiasse al di sotto dei limiti di velocità: “Quando ha notato l’autocarro fermo non si è spostato per sorpassare, ma per prudenza. Questo spostamento però è stato fatale, perché ha originato lo scontro con la Lancia Y”.
 
In capo al solo S.P. il giudice Elisabetta Meinardi ha ravvisato profili di responsabilità penale, che ne hanno determinato la condanna a otto mesi di reclusione. Gli altri due imputati sono stati invece assolti.

Notizie interessanti:

Vedi altro