MONDOVÌ - A processo per l’incidente in cui morì un amico, viene assolto: “Non era lui alla guida”

Il gambiano Tali Danso era rimasto vittima del sinistro a Mondovì. Con lui viaggiavano il fratello e un connazionale, identificato come conducente dell’auto

in foto: Tali Danso, vittima dello schianto mortale

a.c. 29/11/2021 16:45

 
Non era lui al volante della Fiat Punto rossa schiantatasi contro una cancellata a Mondovì il 25 giugno di due anni fa. Per questo è stato assolto dall’accusa di omicidio stradale il 26enne gambiano I.K., rinviato a giudizio dalla Procura perché identificato in un primo tempo come conducente dell’auto.
 
Il sinistro mortale si era verificato nei pressi della rotonda di Sant’Anna Avagnina a Mondovì, lungo la SP 164. A bordo dell’auto si trovavano tre cittadini del Gambia, immigrati regolari in Italia: la vittima, Tali Danso, sedeva sul sedile posteriore. In quelli anteriori si trovavano suo fratello e I.K., un amico insieme al quale quel giorno si sarebbero dovuti recare in Questura a Cuneo. Una testimone ha detto di aver visto la Punto sbandare e procedere a zig zag per un breve tratto. Pochi metri dopo il veicolo era uscito dalla carreggiata finendo in una scarpata e schiantandosi infine contro il cancello di un’abitazione privata. “Andavano adagio, erano appena usciti dalla rotonda” ha precisato la teste.
 
Danso era purtroppo deceduto pochi minuti dopo il sinistro. Le altre due persone a bordo invece avevano riportato solo ferite superficiali. All’individuazione di I.K. come conducente dell’auto si era arrivati grazie alle testimonianze dei presenti: “In un primo tempo, lui stesso aveva ammesso di trovarsi alla guida. Più tardi ha rivisto la sua versione” ha riferito il commissario capo Domenica Chionetti, comandante del corpo di Polizia Locale di Mondovì. Anche l’identificazione della vittima si era rivelata problematica perché i feriti non avevano chiarito l’identità del deceduto né menzionato i propri legami con lui. A bordo del mezzo erano stati sequestrati vari documenti identificativi che tuttavia non appartenevano ai passeggeri. Nessuno dei testimoni presenti, infine, aveva riconosciuto il presunto guidatore dalle fotografie.
 
Un contributo è giunto dai responsabili della Caritas monregalese, presso la quale erano seguiti tutti i soggetti coinvolti. Da quanto si è appreso, sia il fratello di Danso che I.K. avevano confermato nei giorni successivi che alla guida del mezzo c’era il primo: era lui, inoltre, l’intestatario del veicolo. La sua posizione era stata vagliata dagli inquirenti in sede d’indagine ma in seguito archiviata. Nell’esame in aula, assistito dall’avvocato Elisa Rolfi, I.K. ha confermato di non aver guidato quel giorno: “Avevo conosciuto Tali solo il giorno prima, ci siamo accordati per fare il viaggio a Cuneo in tre. Io ero sul lato passeggero, a un certo punto il fratello di Danso si è distratto mentre guidava, perché cercava di infilare alcuni documenti nel cruscotto. È stato allora che la macchina ha sbandato e siamo finiti fuori strada”.
 
All’esito dell’istruttoria lo stesso pubblico ministero Davide Fontana ha formulato richiesta di proscioglimento nei confronti del 26enne. Il giudice Giovanni Mocci lo ha assolto per non aver commesso il fatto.

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