LISIO - Avrebbe estorto 80mila euro presentandosi a due anziani come avvocato: la Procura chiede la condanna

Il 66enne torinese, all’epoca residente a Frabosa Soprana, è già stato condannato per truffa in un procedimento analogo

a.c. 16/03/2021 13:03

 
È nata da una segnalazione anonima l’indagine della Guardia di Finanza di Mondovì su una presunta truffa ai danni di una coppia di anziani residenti a Lisio. Per i fatti risalenti ormai a un decennio fa è oggi a processo il 66enne torinese G.S., all’epoca residente a Frabosa Soprana.
 
Secondo l’accusa, l’uomo si sarebbe presentato alla coppia come un avvocato, esperto di aste giudiziarie e in grado di ottenere il blocco della procedura di vendita sui terreni dell’ex albergo-ristorante di Lesegno per i quali a suo tempo i due anziani avevano ottenuto un finanziamento per 400 milioni di lire dalla Regione Piemonte. Per questo i suoi “clienti” avrebbero continuato a elargirgli denaro per un paio d’anni, sia tramite bonifici su conti a lui intestati sia con prelievi per i quali era indicata la causale: in totale, circa 81mila euro.
 
A fare da tramite tra l’“avvocato” e i coniugi era stato un geometra, titolare di uno studio tecnico a Viola. In aula il professionista ha confermato che G.S. si era qualificato con lui come un avvocato attivo a Torino e in Francia, che si appoggiava a due studi legali torinesi e dava mostra di conoscere bene i meccanismi del diritto. La circostanza è stata comunque negata dall’imputato durante il suo esame: “Mi ero presentato solo come un esperto di esecuzioni immobiliari, avendo lavorato per molti anni con un notaio ero al corrente delle procedure per gli atti giuridici”. In questa veste ha ammesso di aver ricevuto circa 30mila euro che però avrebbe versato in parte, tramite Postepay, ai due avvocati che per suo tramite seguivano la vicenda: “A me hanno fatto un solo bonifico e nient’altro. In un paio di occasioni, con altri versamenti, ho provveduto di persona a saldare le spese per il contributo unificato”.
 
Tra G.S. e i due ex ristoratori, in ogni caso, ci sarebbe stato solo un “contratto verbale” legato alla ricerca di un compratore per il caseggiato e alle trattative con la Regione Piemonte per la restituzione del finanziamento. Compiti che il presunto consulente legale svolgeva in collaborazione con il geometra di Viola e con un ex ufficiale giudiziario in pensione, e sui quali avrebbe tenuto aggiornati i clienti con numerose visite a domicilio.
 
La versione fornita dall’imputato non ha per nulla convinto il pubblico ministero Raffaele Delpui, che ha accusato G.S. di aver approfittato della “fragilità anche emotiva” di due persone in grave difficoltà finanziaria: “Ha ammesso solo quello che non poteva negare e sconfessato che vi siano state invece una serie di dazioni in contanti, documentate dalla Guardia di Finanza. Nega inoltre di essersi presentato come avvocato sebbene tutti i testimoni abbiano sostenuto il contrario”. Per il torinese l’accusa ha chiesto due anni e due mesi di reclusione e mille euro di multa.
 
L’imputato è in detenzione domiciliare a seguito di una precedente condanna per una truffa a Ventimiglia, confermata in appello dal tribunale di Genova con la pena di due anni e quattro mesi. Anche in quel caso era accusato di essersi presentato come un avvocato esperto di aste giudiziarie.
 
Nella prossima udienza, il 14 maggio, sono in programma l’arringa dell’avvocato Monica Giannini e la sentenza.

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