SCAGNELLO - Cadde da una scarpata in auto per un’avaria ai freni, assolto dall’accusa di lesioni colpose

Il veicolo era precipitato in un dirupo a Scagnello. Al guidatore si imputava una negligente manutenzione, ma il mezzo era stato revisionato pochi mesi prima

Immagine di repertorio

a.c. 06/07/2021 18:45

 
Si è ritrovato a processo per un incidente del quale lui stesso era stato vittima insieme alla moglie nel maggio 2019, di ritorno da una gita nel Garessino. Il 70enne L.A., residente in un centro della valle Mongia, aveva perso il controllo della sua Fiat Panda mentre viaggiava su una strada nel comune di Scagnello.
 
Con una manovra disperata l’uomo aveva tentato di arrestare la marcia dell’auto nel tratto in discesa, ma il mezzo era precipitato giù da una scarpata per una quarantina di metri. Entrambi gli occupanti erano stati trovati miracolosamente vivi: illeso il conducente, mentre la donna aveva riportato gravi ferite ed era stata elitrasportata d’urgenza all’ospedale di Cuneo.
 
Il 70enne aveva attribuito l’incidente a un guasto ai freni. Ciò gli è costato il rinvio a giudizio per lesioni colpose ai danni della moglie, nel frattempo risarcita dall’assicurazione: per la Procura infatti non avrebbe dovuto condurre il veicolo in presenza di un impianto frenante non efficiente. In aula l’unica passeggera ha confermato di aver visto il marito, poco prima di perdere i sensi, cercare in ogni modo di frenare. Il meccanico che solo pochi mesi prima aveva effettuato la revisione dell’auto ha sostenuto però che non ci fossero anomalie di nessun tipo: si sarebbe trattato quindi di un improvviso malfunzionamento.
 
L’ipotesi è stata avvalorata al processo da un consulente di parte, il quale ha sostenuto che il repentino irrigidimento del pedale del freno sarebbe una prova ulteriore dell’imprevedibile avaria. Anche l’azionamento del freno a mano era stato reso impossibile dal fatto che la Panda procedeva su un tratto in forte pendenza, fattore che avrebbe limitato di molto la capacità bloccante sulle ruote posteriori.
 
All’esito dell’istruttoria è stato il pubblico ministero stesso a chiedere l’assoluzione, ritenendo impossibile ricondurre l’incidente a eventuali negligenze nella manutenzione del mezzo o a un’imperizia del guidatore. L’incidente era avvenuto in un punto privo di videocamere di sorveglianza e in assenza di testimoni: a L.A., non sottoposto all’alcoltest, non erano contestate altre violazioni del codice della strada.
 
Il giudice ha accolto la prospettazione delle parti assolvendo l’imputato con formula piena.

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