CEVA - Ceva, l’agenzia turistica incassa e i clienti restano a casa: in due a processo

Accuse di truffa aggravata e appropriazione indebita dopo una serie di denunce nel 2016: i soldi sarebbero 'spariti' prima di arrivare ai tour operator

a.c. 19/12/2019 20:46

 
C’è chi si è trovato a disfare le valigie già pronte, sentendosi dire che la vacanza prenotata - e pagata - era saltata. Chi ha scoperto che i biglietti aerei a suo nome non esistevano, e chi addirittura si è visto costretto ad accordarsi col tour operator per non interrompere all'improvviso il soggiorno.
 
I turisti mancati ora puntano il dito contro le due agenzie di Ceva a cui si erano rivolti fino al 2016: per la maggior parte ‘I Viaggi del Paguro’ di corso Garibaldi, per altri ‘È ora di viaggiare’ in piazza Vittorio Veneto. In comune le due agenzie hanno la direttrice tecnica, la 38enne L.B.: in paese la conoscevano in molti per la sua attività e pare che prima di allora nessuno avesse presentato reclami.
 
Lo ha testimoniato anche uno dei presunti truffati: “Ci eravamo già rivolti a L.B. in maggio per un weekend lungo a Budapest. Ad agosto siamo tornati per prenotare una vacanza a Formentera insieme a una famiglia di amici”. Quella volta, però, qualcosa non è andato per il verso giusto: “Mia moglie ha pagato 3300 euro con un assegno, intestato a L.B. in persona. Quando stavamo già preparando i bagagli è arrivata la sua telefonata: ci diceva che c’erano stati dei problemi e rischiavamo di non partire”. Il problema, aveva poi chiarito la direttrice dell’agenzia, è che la cifra non sarebbe stata versata per intero al tour operator. Ma i clienti avevano già pagato l’agenzia e non avevano intenzione di versare la differenza.
 
Dopo aver ricevuto diverse denunce per truffa aggravata e appropriazione indebita, i Carabinieri di Ceva avevano perquisito l’abitazione di L.B. sequestrando diverse carte di credito, il cellulare e il computer della donna. Erano emersi vari movimenti dal conto corrente di L.B. su carte postepay intestate al suo compagno e alla sorella di lui, che però si trovavano anch’esse nella disponibilità dell’indagata.
 
Assieme a L.B. è stata rinviata a giudizio con le stesse accuse M.E., una commercialista di Mondovì. La professionista seguiva i conti delle due agenzie ed era socia e amministratrice de ‘I Viaggi del Paguro’, ma nessuno dei clienti l’ha mai vista in sede a Ceva. Anche una sua ex dipendente conferma che la commercialista si limitava a curare la contabilità dell’azienda e non aveva contatti con altri che L.B.: “Quando avevo bisogno di riscontri sulla documentazione, la mia titolare mi diceva di rivolgermi a L.B. perché lei non aveva modo di verificare. Non credo avesse accesso nemmeno alle mail dell’agenzia”.
 
Il responsabile della filiale bancaria presso cui L.B. teneva un conto cointestato con il padre, a sua volta, ha affermato che M.E. non aveva delega a operare sul conto.
 
Il processo è stato rinviato al prossimo 16 marzo per ascoltare gli ultimi testimoni e le due imputate.

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