CEVA - Ceva, ‘tamponò’ in moto un’auto che svoltava: chiesta la condanna per il conducente del SUV

Per il pm fu una manovra azzardata dell’automobilista a provocare l’incidente. La difesa: ‘Il centauro era distratto’

a.c. 27/01/2020 18:49

 
A impattare contro un Mitsubishi Pajero alle porte di Ceva era stata una motocicletta che riportava a casa due giovani dopo una giornata al mare. La responsabilità, però, sarebbe ascrivibile al conducente del SUV, la cui svolta azzardata da una corsia all’altra avrebbe provocato l’incidente.
 
Questo almeno è il giudizio del pubblico ministero Gianluigi Datta, che ha sostenuto le ragioni dell’accusa nel processo per lesioni stradali gravi a carico di F.C.: “Il guidatore del fuoristrada che precedeva la moto mise la freccia a sinistra ma svoltò invece a destra. A causa di questa manovra, il centauro non aveva potuto evitare l’impatto contro il fianco dell’altro veicolo”.
 
L’incidente era avvenuto il 14 luglio del 2017 in corrispondenza del bivio tra l’ingresso dell’autostrada A6 e l’abitato di Ceva. L’automobilista si era giustificato per il cambio di corsia affermando di essersi accorto all’ultimo di dover fare una commissione presso un vicino negozio di ferramenta. Ha negato tuttavia di aver messo la freccia in direzione opposta, come sostiene invece il motociclista. Quest’ultimo nell’urto aveva rimediato una frattura del braccio destro, con una prognosi iniziale di trentacinque giorni poi prorogata.
 
Secondo l’accusa e l’avvocato di parte civile, l’impatto tra la due ruote e il SUV sarebbe avvenuto ‘in perpendicolare’, nel momento in cui il Pajero aveva tagliato la strada per svoltare. Diverse le conclusioni dei difensori, che propendono invece per la tesi di un urto ‘in diagonale’: sarebbe stata la disattenzione del centauro, unita forse a una velocità eccessiva, a impedirgli di notare che l’auto davanti stava svoltando. “Il motociclista è stato l’unico ad essere sanzionato dalla Polstrada e ha mentito sulla velocità a cui andava” ha concluso l’avvocato di F.C., chiedendone l’assoluzione.
 
Il procuratore ha chiesto invece la condanna a otto mesi di reclusione, mentre la parte civile ha formulato una richiesta di risarcimento danni quantificata in 29mila euro.
 
La decisione del giudice è attesa per il prossimo 13 febbraio.

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