BASTIA MONDOVÌ - Danneggiò i terreni dei vicini, ma è infermo di mente: il giudice lo assolve

L’agricoltore 75enne di Bastia Mondovì era a processo per aver deviato le acque del torrente Ellero e distrutto un bosco in un'area sottoposta a vincolo

a.c. 24/10/2019 07:30


Assolto per infermità di mente: è il verdetto pronunciato dal giudice Marcello Pisanu al termine del processo per danneggiamento e violazione dei vincoli paesaggistici e idrogeologici contro R.T., un agricoltore 75enne residente a Bastia Mondovì. La vicenda risale all’aprile del 2016, quando i Carabinieri Forestali avevano contestato all’uomo di aver deviato le acque del torrente Ellero e danneggiato in modo grave un bosco, senza alcuna autorizzazione. I lavori di scavo avviati due mesi prima avevano interessato 49mila metri quadrati di terreno e coinvolto anche le proprietà confinanti di quattro vicini, uno dei quali si è poi costituito parte civile. Per impiantare un noccioleto, il coltivatore alla guida di un’escavatrice aveva asportato un intero tratto di bosco, rimodellato una scarpata e costruito una canaletta di 200 metri che sconfinava nei terreni adiacenti: i forestali l’avevano trovato intento a scavare quando avevano effettuato il sopralluogo. “Mi avevano autorizzato tutti a scavare, a mie spese, per bonificare la palude sui miei terreni” sosteneva l’accusato, prendendosela con il fatto che “hanno fatto fare i lavori a tutti e bidonato solo me” e con le forze dell’ordine che l’avevano bloccato lasciando che i noccioli si seccassero. La deposizione dell’uomo nella scorsa udienza, però, si era interrotta in modo brusco quando R.T. aveva iniziato a urlare e dare segni di squilibrio, costringendo il pm a chiedere l’intervento del 118 e il giudice a ordinare una perizia psichiatrica. L’esito di questo esame ha sancito anche quello del processo: per la dottoressa Corradina Esposito il 75enne è “parzialmente capace di intendere ma incapace di volere”. Questo significa, ha spiegato la psichiatra dell’ospedale Santa Croce, che l’imputato è segnato da “una personalità premorbosa” e da un vizio di mente aggravato dal diabete scompensato di cui soffre e da un precedente trauma cranico: “Quando si tratta di denaro o beni patrimoniali perde il controllo. Si spiega così anche la sua convinzione che l’ex moglie e il figlio maggiore abbiano cercato di rubargli gli averi e addirittura di ucciderlo con un coltello”. Su richiesta della pubblica accusa, e nonostante l’obiezione della parte civile relativa alla “mancanza di un nesso con una specifica patologia”, il giudice ha quindi fatto cadere le accuse contro l’agricoltore.

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