GARESSIO - Denunciata dalla vicina a 95 anni, finisce a processo insieme alla figlia

Un caso di presunte molestie condominiali a Garessio: si parla di urla, tv ad alto volume e mobili spostati nel cuore della notte. Ma c’è chi difende le due imputate

a.c. 12/07/2022 17:36

C’è chi giura che quel palazzo di Garessio sia un inferno: “Abito nel palazzo da cinque anni, tra noi lo abbiamo ribattezzato ‘il condominio dei pazzi’” dice uno degli inquilini, prossimo ad andarsene proprio a causa di una situazione abitativa che giudica non più tollerabile. La colpa, sostiene, sarebbe soprattutto di due inquiline dello stesso stabile, madre e figlia: G.M., classe 1927, e L.C., classe 1961.
 
L’anziana di origini liguri è finita sul banco degli imputati all’età di 95 anni, insieme a sua figlia, dopo la denuncia per disturbo della quiete presentata da una 45enne che vive al piano di sotto e che - oltretutto - è la compagna del proprietario dell’alloggio in cui vivono le due donne. Nella querela si parla di urla, televisione ad alto volume, sedie e tavoli spostati di continuo, anche nel cuore della notte. Accuse che la persona offesa, costituitasi come parte civile nel processo, ha confermato in aula di fronte al giudice: “È successo anche ieri sera, sono andata a letto alle dieci e non sono riuscita ad addormentarmi prima dell’una di notte”. “Non ho sporto denunce perché non volevo infierire contro di loro. Mi limito a non passare dalle scale quando scende L.C.” conferma un’altra residente. I litigi, ha ricordato, erano abbastanza frequenti soprattutto tra le due e la signora che abita sullo stesso pianerottolo, quella che le ha poi denunciate e si è costituita contro di loro nel processo. Discussioni sul parcheggio dell’auto in cortile e sul cane della vicina, soprattutto. Ma con gli altri inquilini i rapporti non sarebbero meno tesi: “Le sentivo trascinare mobili e sbattere i piedi. Ho provato a parlare con la figlia e mi ha insultata in genovese”.
 
Non tutti, però, concordano sul fatto che i rumori siano tali da arrecare disturbi continui o impedire il riposo dei condomini. Una signora che ha abitato nel palazzo a fianco per sedici anni, fino all’estate scorsa, afferma: “Andavo tutti i giorni a somministrare i pasti a mio padre che abitava nel loro condominio, al piano inferiore. Posso aver sentito qualche rumore ma non prolungato per tutta la giornata, tantomeno la notte: poteva trattarsi di una sedia spostata o di persone che parlano, dato che la cucina di G.M. e L.C. era sopra alla cucina di mio padre”. Se ci sono stati problemi, ha aggiunto, “non erano tali da creare disturbo ai singoli, almeno non a mia conoscenza”.
 
Un carabiniere della locale stazione ha ricordato di essere intervenuto nel settembre scorso, su richiesta della persona offesa: “Ha spiegato che c’era stata una lite ed era stata registrata. I problemi erano con G.M., una signora molto anziana. Data l’ora tarda e dal momento che la lite era ormai sedata non abbiamo ritenuto opportuno suonarle il campanello e ci siamo allontanati senza udire nulla. In seguito al nostro allontanamento, ci è stato riferito dai condomini, c’erano poi state altre discussioni”. Un ulteriore intervento, riguardante la questione dei parcheggi, era stato sollecitato sempre dalla 45enne.
 
Il prossimo 6 dicembre dovrebbero avere luogo l’esame della più giovane delle due imputate e la discussione del caso.

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