MONDOVÌ - Fuggì dopo aver provocato un incidente, in tribunale si scusa: “Mi sento in colpa”

A Mondovì Carassone l’automobilista urtò una vettura che, sbandando, finì contro una macchina che arrivava in senso opposto. Ora è accusata di omissione di soccorso

a.c. 13/12/2022 18:00

Aveva subito ammesso la sua responsabilità dopo essere stata rintracciata dai carabinieri, ha fatto altrettanto stamane di fronte al giudice: “Sono uscita dallo stop, devo aver guardato male. Girando a sinistra ho toccato una macchina e quella è finita sull’auto che arrivava dalla corsia opposta”.
 
A parlare è un’operaia di nazionalità marocchina, H.L., da lungo tempo residente a Mondovì. Era lei alla guida dell’auto che nel pomeriggio del 20 maggio dello scorso anno provocò un frontale tra altre due macchine al bivio tra via Silvestrini e via Nuova, nel quartiere Carassone. La Fiat Punto che procedeva in direzione di Breo finì contro una Hyundai i20 che stava affrontando la salita in direzione opposta. Per le due conducenti e uniche occupanti dei mezzi, per fortuna, solo lievi ferite.
 
Alla terza donna si contesta di essersi allontanata dal luogo dell’incidente senza sincerarsi sulle condizioni delle altre persone. Le ricerche per individuarla impegnarono da subito i carabinieri: vennero anche pubblicati appelli sui giornali locali per arrivare all’identificazione, cosa avvenuta alcuni giorni dopo. Visibilmente emozionata, l’imputata ha spiegato al giudice di essersi allontanata perché non si sentiva bene: “Mi sento in colpa per essere andata via” ha aggiunto in lacrime. Benché assicurata, anche nei giorni successivi era rimasta in silenzio per timore delle possibili conseguenze: “Avevo paura. Non ho pensato di andare dai carabinieri, ma quando si sono presentati a casa ho raccontato tutto”.
 
La conducente della Hyundai, colpita dalla Punto dopo il primo sinistro, ha detto di non aver visto chi fosse alla guida dell’auto che si è poi dileguata. Una testimone ha invece riconosciuto l’imputata, ma ha aggiunto di non essersi fermata fino all’arrivo dell’ambulanza e di non saper dire quindi se si fosse allontanata senza prestare soccorso. Maggiori elementi sono venuti dall’esame del fratello di H.L., sopraggiunto pochi minuti dopo l’incidente: “Ho trovato mia sorella in stato di shock, non rispondeva alle mie domande. C’erano due auto bocciate senza nessuno a bordo e diverse persone che parlavano. Mi hanno detto che tutti stavano bene e che i soccorsi stavano arrivando. Allora ho preso l’auto e accompagnato mia sorella a casa”.
 
La conclusione del processo è fissata al 9 maggio del prossimo anno.

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