CEVA - Guardia medica devastata a Ceva, paura per due dottoresse

Un paziente ha dato in escandescenze in sala d’aspetto. Guerra (Asl Cn1): “Attenzione alta dopo l’omicidio Capovani, ma non possiamo assicurare vigilanza ovunque”

Redazione 12/05/2023 17:52

Attimi di paura per due giovani dottoresse della continuità assistenziale (ex guardia medica) di Ceva, dopo che un paziente ha dato in escandescenze devastando la sala d’aspetto. L’episodio, avvenuto nella serata di martedì scorso, è stato denunciato dal sindacato medico Fimmg.
 
L’uomo, un giovane di origini straniere, è entrato in postazione lamentando di essersi ferito e chiedendo di venire subito visitato. Fin dall’arrivo era apparso molto agitato. Dopo non molto tempo ha iniziato ad alzare la voce e poi a devastare gli arredi della sala. Le due dottoresse, spaventate, si sono rifugiate in ufficio e hanno richiesto l’intervento dei carabinieri, al cui sopraggiungere il giovane si è infine calmato. Si tratta di un soggetto ricoverato di recente presso il reparto di psichiatria dell’ospedale di Mondovì, noto alle forze dell’ordine per aver più volte minacciato di compiere gesti anticonservativi. Nei confronti delle dottoresse non ha posto in essere un’aggressione fisica, si valuta però se sussistano i presupposti per contestare l’interruzione di pubblico servizio oltre al danneggiamento.
 
L’episodio è stato stigmatizzato dai vertici provinciali del sindacato Fimmg in una nota: “Quanto avvenuto alle due colleghe di Ceva, cui va il nostro totale appoggio e sostegno, è di una gravità inaudita e per altro rappresenta solo l’ultimo di una serie di episodi analoghi occorsi negli anni”. Il direttore generale dell’Asl Cn1 Giuseppe Guerra rimarca i provvedimenti già attuati di recente: è di pochi giorni fa l’invio di una circolare in materia di sicurezza ai circa 4mila dipendenti dell’Asl e si attende a breve l'approvazione di un protocollo. Tra i dipendenti Asl non rientrano i medici della continuità assistenziale, operanti in convenzione, sebbene a Ceva il servizio sia collocato nei locali del 118. “Dopo l’omicidio della dottoressa Capovani l’attenzione è aumentata, non possiamo però pensare di assicurare la vigilanza ovunque” ha fatto presente Guerra: in tutti i casi di pericolo, l’indicazione è di rivolgersi subito al 112.

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