MONDOVÌ - "I Carabinieri numerosi e determinati, ma era fondamentale la conoscenza del territorio"

Emiliano Negro (Federcaccia Mondovì) ha partecipato con altri cacciatori alle ricerche di Sacha Chang: "Siamo già stati coinvolti nelle ricerche di dispersi, ma è la prima volta che ci troviamo in una situazione così"

La casa dov'è avvenuto il duplice delitto

a.d. 18/08/2023 16:05

Siamo stati interpellati dal comando provinciale dei Carabinieri, tramite la stazione di Roburent, nella giornata di ieri. Siamo già stati coinvolti in altre occasioni nelle ricerche di persone disperse, ma è la prima volta che ci troviamo in una situazione del genere”. A parlare è Emiliano Negro, presidente di Federcaccia Mondovì, che insieme ad altri cacciatori è stato impegnato da stamattina nelle ricerche di Sacha Chang, il ventunenne olandese che da mercoledì 16 agosto era in fuga nei boschi della val Corsaglia dopo aver ucciso a coltellate il padre Chain Fa e Lambertus Ter Horst, che li ospitava nella sua casa di Montaldo Mondovì.
 
Spiega Negro: “I Carabinieri erano presenti in numero importante, erano determinati, c’era anche l’ausilio di elicotteri con scanner termico, ma in situazioni come questa la conoscenza del territorio era fondamentale. Non si tratta di un territorio particolarmente impervio, ad eccezione di un paio di punti, ma il problema era l’estensione dell’area: un ragazzo di vent’anni in buone condizioni fisiche può percorrere anche molti chilometri”. I cacciatori, come detto, sono stati coinvolti dal comando provinciale dei Carabinieri nella serata di ieri e hanno preso parte alle ricerche da stamattina: “Dopo la richiesta ho stilato una lista di una decina di persone che ritenevo pratiche della zona. Stamattina abbiamo predisposto una sorta di piano, battendo l’area a rastrello partendo dal punto in cui è avvenuto il duplice omicidio”. 
 
Ricerche che hanno ben presto dato esito: intorno alle ore 10 Sacha Chang è stato ritrovato a fianco della cappella di San Bernardo, nei boschi di Torre Mondovì. Esausto dopo due notti all’addiaccio e oltre quaranta ore in fuga, si era liberato dei vestiti sporchi di sangue ed era completamente nudo: stava dormendo sdraiato su una panchina. Non ha opposto resistenza, al momento dell’arresto non ha parlato. Successivamente è stato condotto in ospedale a Mondovì. Nei suoi confronti è stato emesso un mandato di arresto per duplice omicidio.

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