MONDOVÌ - Il branco pesta un giovane e lo rapina: due condanne nella “baby gang” di Mondovì

La brutale aggressione al parco di villa Nasi. Insieme ai due maggiorenni, a cui i giudici hanno inflitto sei anni di carcere, è a processo un ragazzo minorenne

Andrea Cascioli 01/03/2024 18:30

Hanno sostenuto che avessero fatto tutto quelli che chiamavano “i bambini”, ovvero i ragazzi poco più giovani di loro, ma ancora minorenni, che frequentavano con assiduità il parco di villa Nasi a Mondovì. Alla versione di El Mehdi El Asli e Kamal Sitmi, i due maghrebini imputati di rapina e ricettazione, i giudici di Cuneo non hanno creduto.
 
I fatti di cui si sono macchiati, ha affermato il sostituto procuratore Francesca Lombardi, “sono gravi soprattutto per le modalità, il movente della condotta e l’atteggiamento successivo: sono le dinamiche proprie delle gang”. E di una gang si può parlare, secondo la Procura, per definire “il gruppo di giovanissimi che da qualche anno popola la zona adiacente al Park Hotel di Mondovì, provocando non pochi problemi”. El Asli e Sitmi sono finiti a processo insieme a un minorenne, deferito al tribunale competente. Uno di loro era stato anche riconosciuto dalla vittima di un brutale pestaggio, culminato in rapina, avvenuto la sera del 1 aprile di tre anni fa. Il giovane si era presentato su una bici elettrica e aveva con sé alcune birre: la sua sola presenza, sostiene il pm, sarebbe bastata a innescare “un moto di stizza che riconoscono loro stessi”.
 
Contro l’“intruso” che stava violando il loro territorio si sarebbero scagliati in quattro (uno non è mai stato identificato), dopo qualche schermaglia. Dapprima, aveva raccontato l’aggredito, si era avvicinato El Asli, chiedendo con insistenza di poter “fare un giro” sulla sua bici e strattonandolo: “Diceva che voleva solo farsi un giro e che se non lo avesse lasciato fare gli avrebbero rubato la catenina”. Poco dopo, il proprietario della bici si era accorto che la chiave del lucchetto era sparita e si era arrabbiato per questo: a quel punto si sarebbe avvicinato Sitmi, colpendolo con un pugno, prima che altri membri della “gang” intervenissero. Sbattuto a terra, a calci e pugni, il ragazzo era poi stato derubato della sua collanina d’oro, prima di essere colpito anche con un bastone.
 
Oltre a giovarsi delle indicazioni fornite dalla persona offesa in ospedale, i carabinieri hanno potuto contare sul riconoscimento della titolare di un compro oro di Mondovì: la commerciante ha individuato El Asli come la persona che cinque giorni dopo le aveva venduto una catenina strappata, in cambio di 255 euro. Altri due frequentatori del parco avevano riconosciuto in Sitmi il complice dell’aggressione, salvo ritrattare in aula: un particolare inquietante, ha sottolineato il sostituto procuratore Lombardi, perché indice della capacità degli imputati di intimorire un testimone.
 
Per entrambi gli accusati la Procura aveva chiesto la condanna a cinque anni e tre mesi di carcere e 1500 euro di multa. “Hanno sempre affermato di essere intervenuti solo per dividere i contendenti: la versione trova conforto nella deposizione dei due testi” ha osservato l’avvocato Laura Desaymonet, difensore di Sitmi, avanzando dubbi su un racconto della persona offesa ritenuto “disordinato e impreciso”. “Non si obietta sul fatto che effettivamente ci sia stata una colluttazione tra più persone, quello che non è chiaro è il ruolo svolto dai diversi personaggi” ha concordato l’avvocato Giovanni Allione, legale di El Asli. Anche da parte sua dubbi sulle “tantissime contraddizioni” della vittima e sulla possibilità che fosse stato lui a innescare la rissa. Solo per fare un favore ai “bambini”, veri artefici delle violenze, El Asli si sarebbe prestato in un secondo tempo a rivendere la catenina finita per terra.
 
I giudici hanno condannato entrambi gli imputati a sei anni e un mese di carcere e 2100 euro di multa ciascuno. Nei confronti di Sitmi è stata disposta anche la revoca della condizionale.

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