MONDOVÌ - Il falso vescovo si presenta al vicario di Mondovì, lui chiama i carabinieri

Claudio Goglio, condannato a inizio anni Duemila per essersi finto prete in Sardegna, deve ora rispondere in tribunale dell’accusa di sostituzione di persona

Andrea Cascioli 07/10/2025 18:50

Si era presentato munito di paramenti vescovili nell’ufficio del vicario generale della diocesi di Mondovì, monsignor Flavio Begliatti. Insieme a lui un accompagnatore vestito con un saio da religioso, che si rivolgeva al “vescovo” con l’appellativo di “sua beatitudine”. I due, racconta don Begliatti, hanno spiegato di essere residenti a Pianfei e disposti a celebrare funzioni religiose, all’occorrenza: “Dagli abiti un po’ stracciati che indossavano e dall’appellativo ho capito che erano impostori - ricorda il religioso -. Il ‘vescovo’ aveva un andamento stentoreo, anche in questo sembrava recitasse”. Claudio Goglio, cinquantanovenne di origini milanesi, non è nuovo a vicende di questo genere. Nel 2001 era stato smascherato dopo aver trascorso mesi in Sardegna a presentarsi come sacerdote: celebrava messe e praticava esorcismi in vari centri del Sassarese, pur senza avere alcuna ordinazione. Tra le imprese più clamorose di quel periodo, la partecipazione a una via crucis accanto al (vero) vescovo di Alghero. Sotto il profilo giudiziario la faccenda si era chiusa con una condanna del tribunale di Tempio Pausania. Ora è un altro tribunale, quello di Cuneo, a doversi esprimere sulle accuse di sostituzione di persona che pendono nei suoi confronti: “Ho pensato di segnalare il fatto ai carabinieri - spiega don Begliatti - perché queste persone non approfittassero dell’ingenuità di chi poteva considerarli sacerdoti”. L’altro sedicente religioso, a suo tempo indagato per truffa, è deceduto: in primo grado era stato condannato. Ai tempi lavorava come oss presso la casa di riposo Sacra Famiglia di Mondovì ed era stato proprio il direttore della struttura a indirizzarlo, per un colloquio, presso il vicario. Nel suo armadietto erano poi stati ritrovati bigliettini con i nomi degli ospiti della residenza, segnati a mano: per gli inquirenti, la prova di un possibile tentativo di raggirare gli anziani. Al monsignore i due si presentavano come “ministri ordinati della chiesa anglocattolica”. Il presunto “vescovo”, in particolare, “diceva anche di far parte di una comunità di 300 persone, riunite online: gli ho risposto che era una modalità di chiesa che io non conosco”. Il processo proseguirà il 16 gennaio prossimo, data nella quale si attende la conclusione dell’istruttoria e la discussione.

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