LISIO - Il sedicente avvocato a processo per truffa: per l’accusa avrebbe estorto 80mila euro a due anziani

L’imputato avrebbe “agganciato” la coppia, in difficoltà economica, assicurandogli di poter bloccare l’asta giudiziaria delle loro proprietà a Lesegno

a.c. 11/12/2020 19:25

 
Ottantunomila euro di bonifici e versamenti in contanti nell’arco di due anni: a tanto ammonta la cifra che una coppia di ex ristoratori di Lisio, nel Monregalese, avrebbe versato al torinese G.S., presentatosi a loro come avvocato ed esperto di aste.
 
I due anziani versavano in condizioni molto critiche dal punto di vista finanziario all’epoca dell’incontro con G.S., nel 2011: in particolare, era imminente la vendita dei terreni dell’ex albergo-ristorante di Lesegno per i quali a suo tempo avevano ottenuto un finanziamento da 400 milioni di lire dalla Regione Piemonte. Il sedicente avvocato, all'epoca residente a Frabosa Soprana, avrebbe assicurato loro di poter bloccare l’esecuzione dell’asta, sfruttando un possibile appiglio giuridico. Per questo i suoi clienti hanno continuato a elargirgli denaro fino all’aprile 2013, sia tramite bonifici su conti a lui intestati sia con prelievi per i quali era indicata la causale.
 
La Guardia di Finanza di Mondovì ha in seguito ricostruito tutti i movimenti bancari dopo aver ricevuto un esposto anonimo che ha dato il via alle indagini. Secondo gli inquirenti non è chiaro a quale titolo l’imputato percepisse tali somme: G.S., ha riferito il luogotenente Maurizio Leo, era un soggetto “pressoché inesistente dal punto di vista tributario” e risultava anche a capo di una fantomatica onlus che non aveva mai presentato dichiarazioni fiscali e la cui sede era in un immobile deserto.
 
A fare da tramite tra l’“avvocato” e i coniugi era stato un geometra, titolare di uno studio tecnico a Viola. In aula il professionista ha ricostruito la genesi del suo rapporto con G.S.: “L’avevo conosciuto nel 2006 in occasione di un’asta giudiziaria. Dopo qualche mese è venuto a Viola per vedere degli alloggi: mi si era presentato come un avvocato attivo a Torino e in Francia, che aveva bisogno di un tecnico per curare i suoi interessi nel Cuneese. Negli anni ho seguito per lui diverse pratiche relative ad acquisti di alloggi e altro”. Secondo il geometra, G.S. si appoggiava a due studi legali torinesi e dava mostra di conoscere bene i meccanismi del diritto, in particolare per quanto riguarda le aste: “È stato lui a interpellare i proprietari del fabbricato di Lesegno, il cui valore io avevo stimato in 700mila euro. Mi disse ‘ce la sentiamo di dare una mano a questi signori?’ e mi convinse a collaborare con lui nella ricerca di appigli per bloccare la vendita”.
 
L’imputato è già stato condannato a due anni e quattro mesi per truffa in un procedimento analogo tenutosi nel 2016 e riguardante alcune vendite giudiziarie a Ventimiglia. Al momento si trova agli arresti domiciliari. Il giudice Marco Toscano lo ascolterà nella prossima udienza fissata per il 12 marzo.

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