VICOFORTE - Investì e uccise una donna di Vicoforte, condannato un 27enne

Viviane Babando era stata travolta all’uscita da una pizzeria. Per l'automobilista esclusa l’aggravante della guida sotto stupefacenti che aveva portato all’arresto

Viviane Babando

a.c. 29/06/2021 15:06

 
È stato ritenuto responsabile di omicidio stradale il 27enne che la sera del 21 settembre 2018, al volante di una Opel Corsa, investì e uccise la 68enne Viviane Babando a Vicoforte. Il giudice Marco Toscano lo ha condannato a tre anni e quattro mesi, oltre alla sospensione della patente di guida per due anni e ai danni da risarcire alla famiglia della vittima in sede civile.
 
H.Z., cittadino marocchino residente a Mondovì, era stato arrestato perché trovato positivo alla cannabis: il giovane tuttavia sosteneva di aver fumato una sola canna al mattino e il giudice, in base alle analisi, ha escluso l’aggravante contestata. Secondo le perizie l’auto su cui viaggiava lungo la Statale 28 andava a una velocità di almeno 70 km/h e dunque sicuramente al di sopra del limite fissato in quel tratto a 50 km/h. La Babando, professoressa di francese in pensione, era appena uscita dalla pizzeria Rio de la Plata dove aveva cenato con la figlia: urtata dal lato destro della Opel e sbalzata sulla strada, era morta sul colpo. Inutili si erano rivelati i soccorsi prestati nell’immediatezza dal dottor Federico Ferrero, medico nutrizionista ed ex concorrente di Masterchef, presente quella sera nello stesso locale di Vicoforte.
 
Nel tentativo di sterzare l’auto era uscita di strada e i due occupanti, H.Z. e un suo parente, avevano riportato ferite lievi. “Ho fatto l’impossibile per salvarla, nessuno vorrebbe convivere con l’idea di aver ucciso una persona” aveva dichiarato l’imputato nell’ultima udienza del processo. Per lui il pubblico ministero Francesca Lombardi aveva chiesto la condanna a otto anni di carcere. Una pena elevata per questo tipo di reato (il minimo edittale è di cinque anni, il massimo dieci), motivata da un precedente specifico che già nel 2016 era costato al giovane il ritiro della patente dopo un incidente.
 
La Procura ha sostenuto che al momento dell’urto la vittima si trovasse sul ciglio della strada, mentre secondo la difesa aveva già incominciato l’attraversamento. Un’ipotesi, quest’ultima, rigettata anche dal legale della famiglia Spezzati-Babando, l’avvocato Stefano Campanello, che sulla scorta dei tabulati aveva smentito allo stesso modo l’eventualità che la donna fosse distratta da una telefonata in quel momento. Sulla tesi del concorso di colpa si basava invece l’impianto difensivo dell’avvocato Raffaele Folino: oltre all’imprudenza del pedone, a determinare l’investimento secondo la difesa avrebbero concorso le condizioni ambientali, in particolare la scarsa illuminazione dell’area.
 
La morte della professoressa, nata a Parigi da genitori originari di Valprato Soana (To) e moglie dell’ex sindaco del paese Ferruccio Spezzati, aveva suscitato grande commozione nel Monregalese. Qui la donna era apprezzata anche per le sue doti di artista della ceramica e per il suo impegno nel volontariato, concretizzatosi tra l’altro nell’organizzazione di corsi di italiano per stranieri.

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