CEVA - La convivente era morta nel 2011, ma lui continuava a percepire la sua pensione di invalidità

È successo a Ceva. L'uomo, scoperto dalla Guardia di Finanza, avrebbe incassato indebitamente più di 80 mila euro

Redazione 05/03/2020 08:31

Gli agenti della Guardia di Finanza di Ceva hanno scoperto un soggetto che continuava a percepire indebitamente un trattamento pensionistico anche dopo il decesso della convivente. I militari cebani hanno seguito, su delega della Procura della Repubblica di Cuneo, un’attività d’indagine di Polizia economico-finanziaria, al fine di ricostruire il periodo temporale e quantificare l’indebito compenso percepito, dopo la morte della donna che aveva diritto alla pensione.
 
Le attività ispettive hanno consentito di appurare che per ben 8 anni, dal mese di ottobre 2011 a tutto il 2019, il soggetto in questione ha continuato a prelevare dal conto corrente intestato alla convivente defunta, con delega ad operare, la prestazione pensionistica di “invalidità civile” comprensiva della “indennità di accompagnamento” che veniva accreditata dall’INPS, per un importo totale quantificato in più di 80 mila euro.
 
Nel caso specifico, il soggetto responsabile è stato segnalato all'Autorità Giudiziaria di Cuneo per “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato” (art. 316 ter, 1° comma c.p.), per non aver comunicato all’INPS il decesso della convivente continuando a percepire indebitamente gli emolumenti pensionistici. Sul conto del soggetto indagato sono stati anche sottoposti a sequestro preventivo i beni immobili e mobiliari posseduti, e, naturalmente, inoltrata all’Ente erogatore l’interruzione immediata degli emolumenti pensionistici.

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