MONTALDO DI MONDOVÌ - La perizia psichiatrica su Sacha Chang non c'è, si attende la cartella clinica redatta alle Molinette

Lo psichiatra che seguiva in patria il giovane accusato del duplice omicidio di Montaldo Mondovì aveva avuto con lui solo alcuni primi incontri conoscitivi, insufficienti per tracciarne il profilo

Andrea Dalmasso 03/10/2023 12:10

Non esiste una vera e propria perizia psichiatrica su Sacha Chang redatta dallo psichiatra che lo aveva in cura in Olanda. È questo l’ultimo aggiornamento sul caso del duplice omicidio di Montaldo Mondovì: il ventunenne olandese è accusato di aver ucciso lo scorso 16 agosto il padre Chain Fa e Lambertus Ter Horst, amico di famiglia che li ospitava nella sua casa in val Corsaglia. Un delitto cui erano seguiti due giorni di fuga nei boschi, conclusi con la cattura nella mattinata del 18 agosto.
 
Per stabilire se il giovane fosse in grado di intendere e di volere al momento dei fatti si attendeva una relazione da parte di un professionista che seguiva Chang in patria per i suoi problemi psichici. La relazione, come detto in apertura, non c’è. Lo psichiatra aveva avuto solo pochi incontri conoscitivi con il giovane, insufficienti per tracciarne il profilo. Lo conferma l’avvocato Luca Borsarelli, che difende il ventunenne insieme ad un collega olandese nominato dalla famiglia, Robert Malewicz: “La perizia che attendevamo non c’è, i documenti conoscitivi non servirebbero per stabilire se Sacha fosse in grado di intendere e di volere, ci vuole una documentazione più approfondita. Ora siamo in attesa della cartella clinica redatta dal personale delle Molinette di Torino, l’abbiamo richiesta una quindicina di giorni fa”. Chang era stato ricoverato in ospedale a inizio settembre: ora le sue condizioni sono in miglioramento, e già da alcune settimane è tornato nel carcere delle Vallette di Torino, dove ha potuto incontrare la madre.
 
Venerdì 22 settembre si è tenuto l’interrogatorio di garanzia di fronte al Gip del Tribunale di Cuneo Daniela Tornesi, durante il quale il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere. Questa la linea scelta dalla difesa: per definire la successiva strategia si attende la documentazione medica necessaria per delineare le reale condizione psichica del ventunenne olandese.

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