“Ha detto vado a fare una rapina ma pensavo scherzasse, chi ci crede che quel c… faceva una rapina. Ha picchiato una vecchia e gli ha portato via tutti i soldi, in un negozio”: a parlare così, in una conversazione telefonica, è una ragazza indiziata di rapina insieme a tre amici, con i quali viaggiava su un’auto tra Garessio e il colle di Nava nel maggio 2021.
Per quella rapina è stato condannato a tre anni e quattro mesi Ciro De Martino, il passeggero che viaggiava sul sedile anteriore della Yaris condotta da Simone Reale, condannato a sua volta. Le due donne in macchina sono state invece assolte in appello, dopo un processo con rito abbreviato. La rapina fatta “per scherzo” aveva fruttato circa 350 euro, rubati dal registratore di cassa del negozio “I biscotti delle nonne” in frazione Trappa. De Martino è stato riconosciuto come il soggetto vestito di scuro che dopo essersi avvicinato alla cassa, con una bottiglietta d’acqua in mano, aveva spintonato la titolare e afferrato le banconote.
I carabinieri della stazione di Nava, in Liguria, allertati dai colleghi garessini, avevano fermato la Yaris pochi chilometri più in là e identificato il guidatore e i tre passeggeri. Addosso a una delle ragazze erano stati trovati 750 euro in contanti, ma lei aveva esibito le ricevute di alcuni prelievi bancari per un totale di 680 euro: i soldi erano stati perciò restituiti. La vittima della rapina, sul momento, non era stata in grado di identificare l’autore del crimine, perché in stato di shock.
Altre indicazioni sono arrivate da alcuni testimoni. Un minorenne ha dichiarato di aver visto una persona uscire dal negozio di corsa, con un berretto passamontagna che lasciava però scoperta una parte del viso: il ragazzo aveva riconosciuto nell’immediatezza il soggetto, mentre non aveva saputo fornire indicazioni sulle altre persone in auto. Anche un altro testimone ricorda di aver sentito le gomme della macchina fischiare: in precedenza, aveva notato quella stessa auto tra Ceva e Garessio, mentre svoltava nel parcheggio di un supermercato. Di queste testimonianze parlano due degli indagati in una telefonata: “Lui ha già riconosciuto Ciro, è solo una conferma” afferma Reale, precisando di riferirsi a “le persone dall’altra parte della strada, che hanno visto la macchina e chi c’era in macchina”.
Oltre alla pena carceraria, pari a quanto richiesto dal sostituto procuratore Alberto Braghin, il giudice Alberto Boetti ha stabilito un risarcimento per la persona offesa, quantificato in 5mila euro. “La signora non aveva nessuna volontà di accanimento, ma si è veramente spaventata. Dopo questi fatti non è più stata la stessa, tant’è che il negozio non ce l’ha più” ha osservato l’avvocato Stefano Barzelloni per la parte civile. Il legale di De Martino, l’avvocato Ileana Marmi, aveva posto l’attenzione su alcune dichiarazioni dei presenti, in particolare sulla posizione del testimone minorenne: “Afferma che il soggetto è uscito col passamontagna ma forse l’ha tolto all’interno dell’auto: dice però anche di non aver visto i soggetti all’interno della macchina, perché i vetri erano oscurati. Il passamontagna è indicato solo da lui, la signora non ne ha mai parlato: le due dichiarazioni sono molto contraddittorie tra loro”. Sulla Yaris, ha ricordato, i carabinieri non avevano rinvenuto passamontagna, né i 350 euro di cui era stato denunciato il furto.