MONDOVÌ - Le botte dopo una discussione sui tatuaggi: in tre davanti al giudice

La rissa era scoppiata nel dehors di un locale di Mondovì. La vicenda si è chiusa con il ritiro della querela da parte di tutti i soggetti coinvolti

Immagine di repertorio

Andrea Cascioli 16/01/2024 15:38

Sarebbe stata una banale discussione, nel dehors di una birreria di Mondovì, a scatenare la violenza fra un 36enne del posto, S.S., e due giovani, X.P., cittadino albanese, e M.E.A., di origini marocchine, poi finiti a processo con accuse di percosse ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
 
Il 36enne raccontava di aver subito un vero e proprio pestaggio, la sera del 26 luglio di quattro anni fa, di fronte allo storico pub monregalese “Il Caimano felice”, in piazza Fontana. Qui l’uomo sarebbe stato accerchiato da un gruppo di quattro giovani, che a suo dire avevano preso a provocarlo senza motivo: “Non li avevo mai visti né conosciuti. X.P. ha cominciato a farmi domande su di me e sulla mia famiglia, i suoi amici marocchini invece mi deridevano per i miei tatuaggi”.
 
Provocazioni sia verbali che fisiche, precisa la parte offesa: “Ho reagito quando qualcuno mi ha dato un paio di schiaffi sul collo, colpendo X.P. con un bicchiere. Ricordo di essere caduto a terra e di aver cercato di ripararmi dai calci, poi sono riuscito a divincolarmi e rialzarmi”. L’uomo ha ammesso di non essere certo che all’aggressione avesse preso parte attiva anche X.P., mentre è sicuro di aver visto il giovane poi identificato come M.E.A. prenderlo a calci con gli altri: “Quando mi sono alzato mi ha tirato addosso una sedia, ho parato il colpo con l’avambraccio”. Nel parapiglia al 36enne era stato sfilato il portafoglio. Gliel’avrebbe riportato più tardi un conoscente, affermando di averlo recuperato dalle mani di M.E.A.: “Mi disse che l’aveva visto prenderlo e gli aveva intimato di restituirlo, avvertendolo che in quel punto c’erano le telecamere. Lui aveva acconsentito, ma prima aveva fotografato il mio documento, forse perché voleva sapere dove abitassi. Il giorno dopo mi sono accorto che mi erano stati sottratti una cinquantina di euro”.
 
Un procedimento parallelo, con accuse di lesioni personali, è stato aperto nei confronti del monregalese, cliente abituale della birreria. L’appuntato Bruno Bracco, in forza al NORM dei carabinieri di Mondovì, ha testimoniato che al momento del suo arrivo “più persone indicavano che un ragazzo con un boccale di birra, per futili motivi, aveva colpito sul viso un altro”. Di fronte si era trovato un giovane con una ferita al volto, X.P., e alcuni resti di bicchiere proprio davanti all’entrata: “C’era anche il presunto feritore del ragazzo, poi identificato in caserma come S.S., che appariva tranquillo”.
 
Una coppia di avventori presenti nel dehors ha confermato di aver visto “quattro o cinque ragazzi” seduti sugli scalini del locale e poi impegnati in una conversazione col 36enne, finché due o tre di loro avevano iniziato a colpirlo con calci e pugni. “Un ragazzo di origine araba aveva piazzato una birra sull’entrata, penso solo per provocare qualche cliente che l’avesse urtata. In seguito l’ho visto colpire l’uomo con una sedia” ha dichiarato una donna. Anche il gestore del locale ricorda la violenta lite che aveva visto soccombere un suo cliente abituale: “Quando sono uscito lo stavano spintonando in tre o quattro, l’hanno preso a calci e pugni e uno lo ha poi colpito con una sedia. Non li avevo mai visti in birreria”.
 
L’intervenuta remissione di querela da parte del 36enne, contro il quale erano già cadute tutte le accuse, ha fatto venir meno i presupposti per la procedibilità: la vicenda si è chiusa quindi con il non luogo a procedere. In un altro processo, M.E.A. è tuttora imputato con l’accusa di aver aggredito e rapinato un giovane presso il parco della Torretta di Mondovì.

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