CEVA - L’ex sindaco alpino di Castellino Tanaro morì sulla Statale 28: un uomo è a processo

Accuse di omicidio stradale per il 46enne che guidava l’altra auto. Secondo l’accusa, avrebbe invaso la corsia opposta travolgendo la Panda di Bruno Roà

in foto: Bruno Roà, l'ex sindaco di Castellino Tanaro vittima di incidente stradale

Andrea Cascioli 16/06/2025 16:50

Nessun testimone, nessuna videocamera, ma alcuni elementi indiziari che farebbero pensare a un’invasione di corsia sul lato opposto della carreggiata. La Procura di Cuneo ritiene perciò che vi sia stata una responsabilità nella morte di Bruno Roà, il 72enne deceduto in un tragico incidente lungo la Statale 28, tra Ceva e Lesegno, la mattina del 23 ottobre di due anni fa.
 
Originario di Roburent, classe 1950, Roà era molto conosciuto in valle Tanaro per essere stato sindaco di Castellino tra il 2004 e il 2014, ma anche come vicepresidente vicario e “anima” della sezione Ana di Ceva. Maresciallo degli alpini in pensione, aveva dedicato la vita alle penne nere: nel processo per omicidio stradale nei confronti dell’altro automobilista coinvolto nel sinistro si sono costituiti come parti civili la vedova Carmelina Sciolla e i figli Manuele e Alessandra, quest’ultima presente in aula all’apertura del dibattimento.
 
E.Z.E.H., cittadino marocchino residente a Ceva, classe 1979, è comparso anch’egli per ascoltare le prime testimonianze. Il maresciallo Pierluigi Maglie dei carabinieri di Garessio ha riferito in merito ai primi accertamenti. La Golf guidata dal 44enne, diretta verso Lesegno, era stata trovata fuori dalla carreggiata nella direzione opposta, da dove veniva Roà alla guida della sua Panda: “Dagli accertamenti è emerso che la Golf aveva invaso la corsia di marcia della Panda” afferma il maresciallo, precisando però di non aver potuto eseguire i rilievi metrici appunto perché entrambe le vetture erano fuori strada. Nessun segno di frenata visibile, ricorda il militare: “Il danneggiamento della Golf - aggiunge - riguardava in particolare il faro anteriore sinistro: da ciò si evidenziava l’invasione della corsia opposta”.
 
Anche un altro elemento aveva fatto propendere per l’ipotesi dell’invasione di corsia da parte dell’altra auto. A bordo carreggiata, nella direzione in cui viaggiava Roà, era stato rinvenuto un paletto stradale divelto, a detta del testimone in modo “abbastanza danneggiato” da far supporre che fosse stato travolto da una delle due auto. Non ne è convinta la difesa dell’imputato, secondo cui il danneggiamento potrebbe essere antecedente al sinistro: i carabinieri, peraltro, erano sopraggiunti più di mezzora dopo, quando entrambi i conducenti erano già stati soccorsi dal 118 e ricoverati. Roà era stato trasportato a Cuneo, in gravissime condizioni: sarebbe morto alle ore 14 dello stesso giorno.
 
La versione della difesa è che sia stato il 72enne a perdere il controllo dell’auto e finire addosso alla Golf, forse a seguito di un malore. Di certo c’è che entrambi gli automobilisti erano lucidi: gli esami tossicologici su di loro non avevano riscontrato positività a sostanze alcoliche o psicotrope. Il medico legale dell’Asl Andrea Erbacci ha riferito di aver effettuato, su incarico della Procura, un esame esterno del corpo di Roà. L’ispezione cadaverica aveva accertato la compatibilità con il decesso delle lesioni traumatiche.
 
Il prossimo 18 luglio le parti decideranno se acquisire la relazione tecnica del consulente che eseguì i rilievi stradali o se convocarlo per l’esame in aula.

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