NUCETTO - Madre e figlia di Nucetto a processo per l’auto davanti al garage della vicina

Secondo le accuse, le due donne avrebbero ostruito per mesi l’accesso per costringere la vittima a rimuovere una luce dal balcone: ‘Una persecuzione’

a.c. 20/02/2020 20:05

 
Al giudice ha raccontato che le vicine le hanno reso la vita impossibile finché ha deciso di trasferirsi. Mesi di dispetti e ripicche per una lite tra condomini scaturita dalla presenza di una lampada sul balcone: “Volevano che la togliessi, perché le infastidiva la luce notturna in cortile”.
 
Alla fine la donna, una 43enne residente a Nucetto, ha deciso di denunciare le vicine R.P. e V.P., madre e figlia, per violenza privata. In tribunale a Cuneo, visibilmente provata, ha riferito che ad esasperarla era soprattutto la continua ostruzione del passo carrabile che porta al garage: “Per otto mesi non ho avuto la possibilità di entrare e uscire liberamente. Parcheggiavano davanti all’unico ingresso a ogni ora del giorno e della notte, anche se avrebbero potuto mettere la macchina nel proprio garage o in altri punti del cortile senza impedirmi di passare”.
 
Semplice noncuranza? Niente affatto, sostiene la querelante. Ci sarebbe stata anzi una volontà esplicita di danneggiarla: “Le ho perfino registrate mentre ammettevano di farlo per dispetto, e dicevano che avrebbero continuato finché non avessi rimosso la luce”. In diverse occasioni la macchina non sarebbe stata spostata nemmeno su esplicita richiesta, col risultato che la donna aveva dovuto disdire appuntamenti o recarsi al lavoro a piedi facendosi poi riaccompagnare da altri.
 
“Non ho mai richiesto l’intervento delle forze dell’ordine - precisa - perché mi sembra normale che se si parcheggia in un cortile non si ostruisca il passaggio agli altri”. La ‘sosta selvaggia’ comunque sarebbe stata documentata con diverse fotografie ed è già stata oggetto di un verbale di conciliazione in sede civile. Ora i dispetti sono terminati, conclude la testimone, la quale aggiunge però di aver dovuto sopportare per diverso tempo anche altre provocazioni: aggressioni verbali, scampanellii notturni, colpi contro il muro.
 
Quanto alla faccenda della lampada, lei rimane convinta che si trattasse di un falso problema: “La lampada plafoniera è collocata sotto il piano del balcone, le camere da letto delle vicine sono al piano superiore. Non c’era inquinamento luminoso”. Il prossimo 25 giugno il giudice ascolterà i testimoni convocati dall’avvocato Manuela Menardi, prima che si proceda alla discussione finale.

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