NIELLA TANARO - Metalli pesanti e diossine nelle aree agricole vicine alla 'B&A' di Niella Tanaro: indagati in tre

L'azienda gestiva scorie e ceneri provenienti dall’industria pesante senza trattarle ed inertizzarle come avrebbe dovuto. L'area è sotto sequestro

Redazione 31/08/2019 11:52


A seguito di esposti presentati da alcuni privati che denunciavano movimenti sospetti e l’innalzamento di grandi nubi polverose in un cantiere in località Pratolungo del comune di Niella Tanaro, il Nucleo di Polizia Ambientale, in collaborazione con l’Arpa di Cuneo, ha avviato nel 2017 un’attività investigativa con lunghi appostamenti e l’ausilio di strumenti tecnologici dedicati dalla quale emergeva che la Società “B&A” stesse gestendo scorie e ceneri provenienti dall’industria pesante senza trattarle ed inertizzarle come avrebbe dovuto.

In particolare la ditta aveva ottenuto l’autorizzazione urbanistica ed ambientale per realizzare un rilevato di oltre un ettaro di superficie (pari all’incirca a due campi da calcio) che contenesse tali ceneri industriali, a condizione che venissero opportunamente lavorate, ovvero mescolate in conglomerati cementizi per uno stoccaggio in sicurezza evitando ogni fuoriuscita o percolamento sotterraneo.

In realtà le svariate migliaia di metri cubi di rifiuti in arrivo, come confermato e approfondito dal geologo nominato dalla Procura, venivano in parte riversati tal quali nell’area, in parte trattati sommariamente con acqua e cemento, senza adottare tutte le precauzioni imposte dalle autorizzazioni, configurando di fatto una vera gestione di discarica di rifiuti pericolosi non autorizzata con rischio di inquinamento delle vicine aree agricole. Alcuni campioni prelevati ai margini dell’area sono risultati contenere metalli pesanti e diossine.

La società infatti, come poi emerso a seguito delle perquisizioni operate, provvedeva ad inoltrare agli enti competenti dati falsificati sulla produzione di conglomerato cementizio e sulle sue rispettive componenti al fine di far risultare il trattamento dei rifiuti citati perfettamente e regolarmente funzionante. Al fine di arginare e contrastare i percolamenti e mettere in sicurezza l’intera area del cantiere, tuttora sotto sequestro penale, è stato dunque recentemente imposto alla società il rispetto di opportune prescrizioni tecniche asseverate per il ripristino ambientale, nonché è stato promosso presso la Provincia di Cuneo un nuovo procedimento amministrativo volto a caratterizzare nel dettaglio tutto il materiale nel tempo depositato e le aree limitrofe, al fine di valutare la necessità di procedere con opere di messa in sicurezza e bonifica.

Gli indagati, ovvero il legale rappresentante della società, il direttore di cantiere e consulente, nonché il tecnico progettista, residenti in provincia di Cuneo, rimangono responsabili dell’intera procedura di bonifica, oggi in itinere. La lunga e complessa attività di indagine è stata condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri Forestali di Cuneo, diretti dal Sostituto Procuratore di Cuneo Attilio Stea.

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