MONDOVÌ - Mondo Acqua, a maggio la decisione sul rinvio a giudizio degli indagati per turbativa d’asta

Nell’inchiesta l’ex presidente Luigi Ghiazza, accusato di aver “pilotato” alcune gare, insieme a imprenditori e dipendenti dell’azienda per i servizi idrici di Mondovì

Andrea Cascioli 07/03/2023 15:00

Si è tenuto questa mattina a Cuneo l’incidente probatorio, disposto dal gup, nell’ambito dell’inchiesta che fa tremare gli ex vertici di Mondo Acqua. L’indagine per turbativa d’asta coinvolge Luigi Ghiazza, fino al 2018 presidente della società a capitale misto che gestisce i servizi idrici a Mondovì e in altri sette comuni cuneesi, insieme ad altre sei persone.
 
Nel mirino degli inquirenti tre diverse gare d’appalto bandite fra il 2016 e il 2018 per l’aggiudicazione dei servizi informatici, l’affidamento del servizio di lettura dei contatori e la sostituzione della rete distributiva dell’acquedotto di Mondovì. La Procura ipotizza che l’allora presidente abbia esercitato pressioni su alcuni dipendenti, per ottenere l’assegnazione degli appalti a imprese “amiche”. La figura chiave è quella di C.M., incaricata secondo le accuse di redigere finti verbali relativi a riunioni della commissione aggiudicatrice - che in realtà non si erano mai tenute. La donna, indagata in concorso, ha ammesso di aver contraffatto i verbali perché sottoposta a forti sollecitazioni in tale senso da Ghiazza: aveva timore di perdere il lavoro, ha spiegato, dopo aver già subito ritorsioni in passato.
 
Oggi di fronte al giudice per l’udienza preliminare ha risposto a tutte le domande riguardo all’appalto per l’informatizzazione del servizio di fatturazione di Mondo Acqua. Per questo episodio è stato chiesto il rinvio a giudizio anche di un componente della commissione aggiudicatrice, D.C., dell’esperto che verificò lo stato del sistema informatico, P.B., e dell’amministratore dell’azienda S.Info srl di Orbassano, S.C., che si aggiudicò l’appalto. L’impiegata che era stata indicata come segretaria della commissione di gara ha smentito, in sede d’indagini, di essere mai stata messa a conoscenza delle riunioni e ha disconosciuto le firme apposte a suo nome. Era stata lei stessa a ritrovare per caso alcuni verbali delle sedute e a notare che qualcuno aveva aggiunto le firme false. Di tutto ciò la dipendente aveva poi parlato con l’attuale presidente della società, ora costituitasi parte civile.
 
C.M. ha ripercorso quanto già dichiarato al procuratore capo Onelio Dodero e alla Guardia di Finanza riguardo agli altri appalti, concernenti la lettura dei contatori e i lavori alle tubature. Il primo era stato affidato alla società cooperativa Full Service 2000 di I.M., la cui posizione è al vaglio degli inquirenti in ambito separato. Sarebbe stato lui stesso a fornire l’elenco delle altre imprese da invitare alla gara e poi le relative rinunce, falsificate. Nell’inchiesta rientra infine il direttore tecnico del consorzio Tecnoedil Lavori, C.P., aggiudicatario della gara per la sostituzione della rete distributiva nell’acquedotto comunale di Mondovì. In quel caso, secondo l’ipotesi di accusa, la valutazione delle offerte tecniche sarebbe stata concordata con il dirigente di Tecnoedil, in modo da ricalcare in parte un’offerta che Tecnoedil aveva già presentato all’Acda per la manutenzione delle reti idriche e fognarie.
 
Il giudice ha fissato al prossimo 19 maggio la decisione sul rinvio a giudizio degli attuali indagati. Da parte della difesa di C.M. sono in corso valutazioni su un’eventuale richiesta di patteggiamento.

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