MONDOVÌ - Mondovì, incidenti ‘combinati’ per truffare l’assicurazione: condannati due rumeni

Nel giro di sette mesi tre diversi sinistri avevano coinvolto le stesse due persone su strade isolate del Monregalese: una coincidenza ritenuta improbabile

a.c. 03/11/2020 18:49

 
Sono stati condannati entrambi gli imputati di una truffa ai danni dell’assicurazione Axa avvenuta cinque anni fa a Mondovì.
 
I due, V.P. e V.V., sono cittadini rumeni domiciliati rispettivamente a Villanova Mondovì e a Mondovì. A insospettire gli inquirenti il fatto che ben tre incidenti verificatisi nelle campagne monregalesi tra la fine di aprile e la metà di novembre del 2015 li vedessero protagonisti, a bordo di tre diverse autovetture: una Volkswagen Polo intestata alla madre di V.P, una Ford Focus appartenente a V.V. e una Mercedes il cui intestatario risultava una terza persona, per conto del quale però lo stesso V.V. aveva stipulato la polizza assicurativa in vista di un successivo passaggio di proprietà. Sulle tracce dei due l’agenzia assicurativa aveva messo perfino un investigatore privato: interpellando la madre di V.P., è stato confermato che la Polo, unica auto coinvolta in tutti e tre gli incidenti, era nella disponibilità esclusiva dell’imputato, stante il fatto che lei oltretutto risultava priva della patente di guida.
 
Nel frattempo due dei sinistri erano già stati liquidati dalla compagni assicuratrice, con la cifra di 1400 euro in un caso e di 700 nel secondo. Sulla base dei riscontri, il perito ritiene che solo nel primo caso ci sia stato un vero urto tra i due veicoli indicati. Tuttavia, anche in questo caso i danni rilevati non corrispondevano alle misure delle automobili e la circostanza che il presunto incidente fosse avvenuto su una strada isolata - e che lo stesso V.P. in seguito avesse disconosciuto la firma apposta sul CID - aveva alimentato ulteriori dubbi. I conducenti si sarebbero perfino recati insieme dal perito nel tentativo di convincerlo ad ‘aggiustare’ il suo rapporto, palesando un’intesa assai sospetta agli occhi di quest’ultimo.
 
Il pubblico ministero ha richiamato questi elementi nella requisitoria, chiedendo per V.P. la pena di un anno di reclusione e per V.V. un anno e sei mesi. La difesa di quest’ultimo, al contrario, ha sostenuto che almeno per quanto riguarda il terzo incidente le prove dell’avvenuto sinistro fossero state accolte dal perito.
 
Il giudice ha condannato V.P. alla pena di un anno e due mesi e V.V. a un anno e quattro mesi, più una provvisionale di 5mila euro e un risarcimento dei danni in favore dell’assicurazione, costituitasi come parte civile, da liquidare in separato giudizio.

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