PAROLDO - Omicidio Viora, chiesta la grazia per la donna di Paroldo che uccise il marito-padrone

Assunta Casella fu ‘acquistata’ a soli 14 anni. È stata condannata a 21 anni per il delitto commesso nel 2016: ora le femministe si appellano al Colle

Andrea Cascioli 15/06/2020 09:41

 
Era poco più di una bambina Assunta Casella quando la sua famiglia d’origine, in Calabria, la vendette a un uomo di Paroldo di diciotto anni più grande: 500mila lire, il prezzo pattuito per la ragazza quattordicenne. Cose che potevano ancora accadere in Italia nei primi anni Settanta e che per lei avrebbero significato l’inizio di un lungo matrimonio costellato da vessazioni e abusi.
 
Per la donna, ormai 60enne e madre di tre figli, le porte del carcere di Torino si sono schiuse nell’ottobre scorso dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei difensori Chiaffredo Peirone e Giuseppe Caprioli. La Casella è stata giudicata colpevole di omicidio per aver narcotizzato con un sonnifero e poi soffocato il marito 78enne, Severino Viora, nel giugno del 2016: il corpo dell’anziano fu trovato nel noccioleto di casa, in un tentativo di simularne la morte naturale. Alla moglie, unica imputata, i giudici avevano concesso le attenuanti generiche ed escluso l’aggravante del ‘mezzo insidioso’ per l’omicidio, contestata dalla Procura che ne chiedeva la condanna all’ergastolo. La pena finale è di 21 anni di carcere: l’equivalente di una condanna a vita o quasi, per una persona di quell’età.
 
Per questo il 22 aprile scorso l’ex sposa bambina ha presentato una domanda di grazia al presidente della Repubblica, cui si unisce l’appello pubblicato dalla onlus femminista Ihaveavoice, già promotrice di una raccolta firme in tal senso: “Come Ihaveavoice, comunità che si occupa di dare voce alle donne, soprattutto a quelle più sole e in difficoltà, ci siamo prese l'impegno di sostenere questa donna, che una voce non l'ha mai avuta” scrive l’associazione in una lettera aperta.
 
Durante il processo la Casella, sempre proclamatasi innocente, ha detto di essere stata sottoposta a maltrattamenti per anni dal marito, venendo perfino costretta a prostituirsi: “Per quanto riteniamo che il suo gesto sia stato estremamente sbagliato, - precisano le promotrici dell’appello - umanamente comprendiamo il dolore e la disperazione di questa donna ormai senza speranze. Non aveva né i mezzi, né le capacità per chiedere aiuto e liberarsi dal marito in modo legale. Non poteva permettersi un avvocato, non aveva nessuno che la potesse consigliare al meglio e non sapeva cosa fare”.
 
Ihaveavoice ricorda infine il caso analogo di una donna francese, Jaqueline Sauvage, alla quale il presidente François Hollande concesse la grazia dopo l’omicidio del marito, che la picchiava e stuprava le figlie: “Dobbiamo restituirle la vita che le è stata rubata più di 40 anni fa, per la sola ‘colpa’ di non avere avuto una famiglia che si prendesse cura di lei”.

Notizie interessanti:

Vedi altro