MONDOVÌ - Operazione antidroga “Kapon” dei Carabinieri di Mondovì

Eseguite 7 misure cautelari ed 11 denunciati per spaccio stupefacenti a studenti, anche a minori di 13 e 14 anni

22/02/2017 12:55

Il 17 febbraio scorso, i militari della Compagnia Carabinieri di Mondovì arrestavano tre persone residenti nel monregalese, di cui due di origine africana M.M. di anni 24 e S.S. di anni 22 (una già richiedente asilo politico ed un’altra attualmente ancora beneficiario dello status di richiedente asilo ospitato presso una struttura ricettiva a Mondovì) ed un cittadino italiano C.C. di anni 37 nonché ulteriori quattro persone (un italiano G.A. di anni 24, un rumeno S.E. di anni 28 e due africani D.A. di anni 20 già richiedente asilo e S.A. di anni 25 ancora beneficiario dello status di richiedente asilo ospitato presso una struttura ricettiva a Mondovì) destinatari di misure cautelari dell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. e divieto di dimora in provincia di Cuneo.
Le misure cautelari sono state emesse dal GIP del Tribunale di Cuneo, su richiesta della locale Procura della Repubblica (P.M. Dr.ssa Carla Longo) per i reati di detenzione ai fini di spaccio, in concorso, di sostanze stupefacenti, principalmente di tipo hashish e marijuana.
Il provvedimento restrittivo è scaturito da indagini condotte dal NOR della Compagnia CC di Mondovì protrattesi per alcuni mesi nel corso delle quali sono stati acquisiti inconfutabili elementi di colpevolezza nei confronti degli indagati i quali rifornivano di droga giovani, molti dei quali studenti (tra cui anche minorenni di 13 e 14 anni), abitanti nel monregalese e fossanese.
Le indagini hanno consentito di accertare che lo stupefacente venduto dai “pusher” africani veniva acquistato all’ingrosso a Torino per poi essere ceduto nella zona antistante la stazione ferroviaria di Mondovì frequentata, durante il periodo scolastico, dagli studenti provenienti da fuori città.  
In particolare le indagini presso lo scalo ferroviario, condotte dai militari con metodi “tradizionali”, costituiti da appostamenti, pedinamenti e riprese video, hanno consentito di svelare la portata dello smercio di droghe nell’area presidiato da un certo numero di “vedette” con il compito di avvisare gli spacciatori in caso di arrivo delle Forze dell’Ordine.       
Per quanto riguarda la posizione dell’italiano tratto in arresto, le indagini hanno accertato che la marijuana veniva direttamente coltivata e prodotta da quest’ultimo all’interno di una proprietà sita a Farigliano, con la complicità di alcuni familiari, per poi essere rivenduta ad una propria cerchia di clienti, i quali a loro volta la spacciavano ai tossicodipendenti, anche studenti minorenni.
Sono state complessivamente 7 le persone raggiunte dalle misure cautelari, altre 11 indagate a piede libero, a vario titolo, per violazione alla legge sugli stupefacenti, eseguite 15 perquisizioni domiciliari e sequestro complessivo di circa tre etti fra hashish e marijuana. 
Per alcuni degli indagati, in particolare quelli sottoposti a misura cautelare in carcere o ai domiciliari, è scattata l’aggravante dello spaccio di droga a minori, fattispecie penale che inasprisce le pene previste per questo tipo di reato.
Gli extracomunitari arrestati o denunciati, che beneficiavano del programma di protezione in quanto richiedenti asilo ed ospitati in strutture ricettive del monregalese, sono stati segnalati dai carabinieri alla Prefettura di Cuneo che avvierà ora la procedura di revoca dello status di richiedenti asilo in Italia e dell’accoglienza ad esso correlata.
L’attività investigativa convenzionalmente denominata “Indagine Kapon”, prende il nome dal principale indagato di origine gambiana e già richiedente asilo.

c.s.

Notizie interessanti:

Vedi altro