ROCCAFORTE MONDOVÌ - Parte il processo per il fallimento delle Cabinovie Lurisia

L’ipotesi è di bancarotta fraudolenta per gli imputati collegati alla società che gestiva gli impianti. Quest’anno si torna a sciare dopo una stagione di stop

Andrea Cascioli 12/12/2019 20:27

 
Doveva essere il progetto per il rilancio definitivo della piccola stazione sciistica ai piedi del monte Pigna, e invece innescò la valanga di debiti che avrebbe travolto gli impianti di Lurisia fino al fallimento, con un aggravamento del dissesto finanziario stimato dalla Procura in 846mila euro.
 
Sotto la lente dei giudici a Cuneo c’è la vicenda della Cabinovie Lurisia srl (in precedenza spa), dichiarata fallita dallo stesso tribunale nel 2015. Il sostituto procuratore Pier Attilio Stea ipotizza i reati di bancarotta fraudolenta documentale in capo agli amministratori di allora, gli alassini F.P. e A.P., al loro socio A.B. e all’architetto I.V., membro del consiglio di amministrazione in quota al Comune di Roccaforte Mondovì. Insieme a loro anche un quinto coimputato, B.B., la cui posizione è più marginale.
 
All’esito delle indagini della Guardia di Finanza di Mondovì, la Procura ha ritenuto che nel periodo compreso tra i 2007 e il 2008 i responsabili della società che gestiva per conto del Comune gli impianti di risalita avessero ‘gonfiato’ la rivalutazione degli immobili allo scopo di ottenere crediti dagli istituti bancari: “Il passivo di bilancio da 230mila euro venne ripianato solo grazie a una rivalutazione che portò il valore di terreni e fabbricati da 300mila euro a 1 milione e 200mila” ha spiegato in aula il luogotenente della Finanza Maurizio Leo.
 
La Cabinovie Lurisia gestiva fin dagli anni Settanta gli impianti di risalita, ma nel 2007 si era posta la necessità di sostituire la vecchia cestovia giunta al termine della vita tecnica: un evento impattante sull’economia locale, al quale il Comune aveva risposto con un progetto da 3 milioni di euro, finanziati in gran parte con fondi regionali. Il gestore doveva concorrere da parte sua con 690mila euro.
 
Il fatto è che “i bilanci precedenti non consentivano di prospettare un futuro roseo” e la rivalutazione, finalizzata alla stipula di un mutuo da 700mila euro dopo che già in anni precedenti gli stessi immobili erano stati interessati da analoghe operazioni, avrebbe anzi aggravato il quadro finanziario del comprensorio sciistico: “Gli impianti di risalita sono stati effettivamente costruiti, c’è però da evidenziare che il mutuo è quasi subito andato in sofferenza, fino all’epilogo”.
 
Nel 2013 la Cabinovie Lurisia era stata infine ceduta a “una figura imprenditoriale completamente avulsa dal contesto territoriale che non ha portato miglioramenti”. La stazione sciistica, riaperta dalla Gs Pigna srl nel 2017, è di nuovo rimasta chiusa per un’intera stagione invernale finché a gennaio di quest’anno la società Pigna ski ha acquistato per 535mila euro gli impianti: le piste sono ora in funzione dal 1 dicembre.
 
Il processo è stato aggiornato al prossimo 22 gennaio per l’audizione del curatore fallimentare e di due testimoni citati dalle difese.

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