PRIERO - Priero, ex cantoniere accusato per un furto nel magazzino comunale

L’imputato è un 64enne di Vicoforte, pregiudicato. Dopo la scoperta di un annuncio di vendita su Facebook per un tosaerba è partita la denuncia del sindaco

a.c. 09/01/2020 19:30

 
“Ho lavorato al Comune per quasi quarant’anni e non si è mai verificato un ammanco. È una vergogna”: dalle parole dell’ex capo cantoniere di Priero, in pensione dal 2016, traspare tutta l’amarezza per l’episodio su cui è stato chiamato a testimoniare davanti al tribunale di Cuneo.
 
Si tratta di un furto aggravato denunciato nell’aprile del 2018 dal sindaco Alessandro Ingaria, dopo che una consigliera comunale lo aveva avvisato della presenza di uno strano annuncio di vendita online. Sul gruppo Facebook ‘Mercatino macchine agricole’ un utente proponeva un tagliaerba di colore blu che era parso davvero troppo simile a quello un tempo in dotazione al piccolo paese del Cebano.
 
Il sindaco, a sua volta, ha riconosciuto il mezzo agricolo, e soprattutto la persona che lo aveva messo in vendita: il profilo Facebook riconduceva infatti al 64enne A.D., nato a Cairo Montenotte e residente a Vicoforte. “Questo signore - ha testimoniato Ingaria - era stato assegnato al Comune all’inizio del 2016, per lo svolgimento di lavori socialmente utili come alternativa alla detenzione”. Il suo contratto da cantoniere era stato anche prorogato una volta espiata la pena, perché così “si sperava di incentivarne il reinserimento”. In seguito, ha spiegato ancora il primo cittadino, i rapporti si erano interrotti: “C’era già qualche sospetto riguardo a possibili ammanchi, ne avevo parlato sia con lui che con il suo assistente sociale”.
 
Oltre al tosaerba, dal magazzino risultavano mancare anche un soffiatore a scoppio, una fontana in ghisa e una saldatrice. A.D., in qualità di addetto alla manutenzione, aveva a disposizione le chiavi del locale. Il vicesindaco Tania Benedetto ha riferito di avere a suo tempo parlato di quel tagliaerba con l’imputato: “Si era offerto di metterlo a posto perché non funzionava, in seguito non ne ho più saputo niente”.
 
Tutti i testimoni, compresa l’unica dipendente dell’amministrazione comunale, hanno confermato di non aver mai saputo che il sindaco avesse disposto la rottamazione del mezzo - eventualità negata anche dal diretto interessato. “L’avevamo acquistato nei primi anni Novanta - ha ricordato il vecchio cantoniere - poi abbiamo smesso di utilizzarlo quando sono arrivati macchinari migliori. Tuttavia non è mai stato inutilizzabile, forse si era solo un po’ arrugginito”.
 
Il prossimo 1 aprile il giudice ascolterà anche gli ultimi testimoni e la versione dell’accusato.

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