MONDOVÌ - Riceve un falso sms dalla banca e versa 4.700 euro a un truffatore

Vittima un monregalese, contattato anche con un finto numero verde. Il presunto autore della truffa, un casertano, è ora a processo

Andrea Cascioli 23/04/2024 18:25

Si parla di “phishing” per definire quel genere di truffa online nella quale la vittima viene indotta a fornire informazioni personali, dati finanziari o password, da qualcuno che finge di essere un soggetto conosciuto e affidabile: di norma, un funzionario della propria banca di fiducia.
 
Il neologismo è derivato dall’inglese fishing, ovvero pescare. E di “pesca” si tratta, a volte davvero miracolosa, beninteso per i criminali e non per i malcapitati che cadono nella rete. Nel caso di un monregalese, abbordato con un finto sms, il raggiro è stato particolarmente insidioso. Nell’aprile del 2020, in pieno lockdown, l’uomo era stato raggiunto da un messaggio nel quale gli veniva comunicato un tentativo di accesso indebito al suo conto corrente. La banca - o almeno così lui credeva - lo invitava a seguire un link per bloccare il conto, utilizzando il suo codice online e il pin.
 
Quello che non sapeva è che il sito era in realtà uno schermo per la truffa. Di lì a poco, l’artefice della messinscena lo aveva contattato tramite un numero verde di Intesa Sanpaolo, anch’esso contraffatto attraverso un software apposito. Il sedicente impiegato dell’istituto di credito aveva chiesto di fornire il codice Otp per procedere al blocco. Di lì a poco, era arrivata dalla vera banca la richiesta di autorizzazione a effettuare un’operazione: il cliente credeva che si trattasse del blocco cautelativo del conto, invece era un bonifico da 4.700 euro a favore del truffatore.
 
I carabinieri di Mondovì sono arrivati a identificare il presunto autore del reato identificando il beneficiario del versamento, Carlo Lai, di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Si tratta dell’intestatario di un conto aperto poche ore prima e bloccato appena due giorni più tardi. Nella stessa giornata, Lai aveva ricevuto altri due versamenti da 3.400 e 1.600 euro, per un totale di quasi 10mila euro “pescati” nello stesso modo. Agli atti non risultava alcuna denuncia di smarrimento o furto della carta d’identità dell’intestatario.
 
Il prossimo 11 novembre è in calendario la discussione del caso.

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