CEVA - Ruba scatole di tonno e scappa in Mercedes, dopo aver morso una guardia

La rocambolesca vicenda era avvenuta in un supermercato di Ceva. Protagonista un pluripregiudicato marocchino, condannato per tentata rapina e lesioni

a.c. 01/02/2022 18:25

È una vicenda dai contorni anomali quella per cui il tribunale di Cuneo si è trovata a giudicare M.E.O., cittadino marocchino con vari precedenti penali.
 
L’uomo era stato fermato e denunciato dai carabinieri a fine maggio del 2020, perché ritenuto responsabile di una tentata rapina avvenuta solo una settimana prima presso il Mercatò di Ceva. Ben misera cosa la refurtiva, consistente in 56 euro di scatolette di tonno Riomare. A suo carico però pendeva anche l’accusa di lesioni personali nei confronti della guardia giurata del supermercato.
 
È stato proprio quest’ultimo a ricordare di aver individuato tra gli scaffali un uomo descritto come “alto all’incirca un metro e ottanta, dalla corporatura abbastanza robusta e con pochi capelli”. L’individuo era stato notato mentre infilava le scatolette di tonno dentro una borsa, per poi cercare di guadagnare l’uscita. Qui l’addetto alla sicurezza aveva cercato di bloccarlo e ne era nato un parapiglia, durante il quale l’altro uomo lo aveva morso alla mano e si era allontanato, lasciando la borsa. In seguito era ritornato per recuperare il suo portafoglio, iniziando un nuovo confronto fisico, e se n’era poi andato a piedi.
 
All’identificazione si è giunti perché lo stesso soggetto era poi stato notato avvicinarsi al supermercato alcuni minuti dopo e recuperare la sua auto: “L’ho visto solo di sfuggita, era una Mercedes di ultimo modello” ha precisato la guardia. L’aggredito non era riuscito ad annotare il numero di targa, ma lo aveva fatto un passante che l’avrebbe segnalata alle forze dell’ordine. In caserma, l’addetto alla sicurezza aveva riconosciuto senza ombra di dubbio nella persona di M.E.O. colui che l’aveva morsicato: “La cassiera mi ha detto che in precedenza aveva pagato un paio di articoli di poco prezzo, ma non ricordo quali fossero” ha aggiunto. La versione della guardia è stata confermata da vari dipendenti del supermercato, alcuni dei quali avevano assistito alla colluttazione. Nessuno di loro, tuttavia, afferma di averlo visto in faccia: “Era un maghrebino, ma aveva il volto coperto dalla mascherina. Aveva pagato alcuni articoli ma la guardia aveva notato che aveva la borsa piena di merce non pagata” ha affermato la cassiera.
 
Per l’imputato il pubblico ministero Annamaria Clemente ha chiesto la condanna a due anni e sei mesi di reclusione con 900 euro di multa, anche in considerazione dei numerosi precedenti per reati contro il patrimonio e la persona. L’avvocato Alberto Bovetti, difensore di M.E.O., ne ha chiesto invece l’assoluzione: “Nessuno ha fatto accertamenti sulla entità e la tipologia dei prodotti acquistati. Non possiamo escludere che questo signore avesse in effetti comprato i beni alimentari e in un successivo momento li avesse riposti nella borsa”.
 
Un’ipotesi che il giudice Marcello Pisanu non ha ritenuto credibile, condannando l’imputato a due anni e sei mesi di detenzione, come richiesto dall’accusa, con 550 euro di sanzione.

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