NUCETTO - Sosta selvaggia nel cortile, a processo madre e figlia di Nucetto

In sede penale le due donne sono accusate di violenza privata da una vicina: “Parcheggiavano davanti al mio garage giorno e notte per impedirmi di passare”

a.c. 04/05/2021 07:50

Una luce accesa in orario notturno e una macchina parcheggiata in cortile. Sono gli elementi che hanno portato a un procedimento penale contro la nucettese V.P. e sua madre M.P., accusate entrambe di violenza privata su denuncia di una vicina.
 
La querela è stata sporta tre anni fa da una 43enne residente nel piccolo centro del Cebano, esasperata soprattutto per la continua ostruzione del passo carrabile che porta al suo garage: “Per otto mesi - ha raccontato al giudice - non ho avuto la possibilità di entrare e uscire liberamente. Parcheggiavano davanti all’unico ingresso a ogni ora del giorno e della notte, anche se avrebbero potuto mettere la macchina nel proprio garage o in altri punti del cortile senza impedirmi di passare”. In diverse occasioni la macchina non sarebbe stata spostata nemmeno su esplicita richiesta, col risultato che la donna aveva dovuto disdire appuntamenti o recarsi al lavoro a piedi facendosi poi riaccompagnare da altri. Ora i dispetti sono terminati, ha affermato la parte offesa, aggiungendo però di aver dovuto sopportare per diverso tempo anche altre provocazioni: aggressioni verbali, scampanellii notturni, colpi contro il muro.
 
“L’unica auto di famiglia - obietta V.P., sentita nell’ultima udienza - è quella che possiedo io e che utilizzo ogni mattina per recarmi presso uno studio legale di Fossano a svolgere pratica forense, rientrando solo in serata. Mia madre non ha nemmeno la patente di guida”. Nessuna volontà di persecuzione nei confronti della vicina, dunque: “Può essere capitato un paio di volte, e solo alla sera o nei fine settimana, che mi chiamasse per spostare l’auto, ma non l’ho mai posteggiata in modo da ostruirle il passaggio”. Ben diverse, secondo l’imputata, sarebbero le motivazioni che hanno portato al procedimento penale: “Con la vicina siamo stati in buoni rapporti fino al 2016, anno in cui a seguito di un evento alluvionale abbiamo subito gravi danni per via di un abuso edilizio che era stato realizzato da lei. Lo stato dei luoghi è stato ripristinato nell’estate del 2018 dopo un mio esposto, nel gennaio successivo sono venuta a conoscenza della querela”.
 
A una ripicca personale V.P. riconduce anche la questione del faretto installato sul balcone: “Lo tiene acceso in maniera ininterrotta. Quando sono stata chiamata a spostare la macchina le ho fatto notare che la luce andava spenta perché arrecava disturbo nelle ore notturne”.
 
La discussione finale, con la successiva decisione del giudice, è attesa per il 23 settembre.

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