MONDOVÌ - Spaccio nei giardini pubblici a Mondovì, nei guai un giovane ivoriano

I carabinieri lo avevano ripreso mentre cedeva marijuana a due persone. Lui nega: ‘Non sapevo che in quel parco si spacciasse. Oggi non ci vado più, ho un lavoro’

a.c. 11/11/2020 16:49

 
Le telecamere lo avrebbero immortalato nell’atto di cedere droga a due diverse persone. Uno di questi due, un cittadino italiano residente a Mondovì, era stato fermato e perquisito poco dopo dai carabinieri che gli avevano trovato addosso due involucri contenenti marijuana.
 
Per questo E.N., un giovane immigrato ivoriano all’epoca domiciliato a San Michele Mondovì, è finito a processo per spaccio di stupefacenti. A suo carico pesano soprattutto le riprese video effettuate dal nucleo operativo dei carabinieri nell’ambito di una vasta indagine anti-droga, condotta tra il novembre 2017 e il gennaio 2018. Fulcro dell’inchiesta l’attività di spaccio di alcuni immigrati nei giardini pubblici di via della Cornice, in una zona oggi riqualificata dall’amministrazione.
 
Nella giornata dell’8 dicembre E.N. era stato ripreso in compagnia di altri extracomunitari mentre veniva avvicinato da un presunto cliente: i carabinieri lo avevano visto estrarre un sacchetto bianco e porgerlo al suo interlocutore, poi trovato in possesso della droga. In un’altra occasione, circa mezzora dopo, lo si osservava cedere un involucro a un altro uomo, non identificato: “La presenza di E.N. come quella di altri extracomunitari viene riscontrata spesso in questo periodo. Indossava in maniera ricorrente una sciarpa grigia a quadretti neri e un paio di guanti color vinaccia” ha testimoniato uno dei carabinieri intervenuti. Mentre nel primo caso l’ivoriano era seduto su una panchina in compagnia di altri, nel secondo episodio era stato individuato da solo e a favore di telecamera.
 
Il giovane, assistito dall’avvocato Flavio Manavella, ha voluto rendere dichiarazioni in aula negando qualsiasi addebito: “Mi hanno accusato di aver venduto marijuana anche a minori ma non è vero. Quando hanno perquisito la mia abitazione di famiglia non hanno trovato nulla” ha riferito. All’epoca, ha poi aggiunto, era solito frequentare i giardini di via della Cornice soltanto per passare il tempo in compagnia: “Ero arrivato da un anno in Italia e non parlavo la lingua. Mi ritrovavo con un gruppo di una quindicina di africani ma non sapevo che altri immigrati nel parchetto spacciassero. Oggi non ci vado più, ho trovato un lavoro e cambiato casa”.
 
Il processo è stato rinviato al 22 gennaio prossimo per la discussione.

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