VILLANOVA MONDOVÌ - Stalking, la denuncia di una donna: “Mi disse ‘io e te dobbiamo morire insieme’”

L’ex compagno è già stato condannato per un furto nell’abitazione di lei. Alle spalle una relazione tormentata: “Mi presentò sua moglie, voleva fossimo amiche”

a.c. 14/02/2023 16:30

Telefonate piene di insulti e sospetti pedinamenti sono all’origine della denuncia per stalking presentata da una sessantenne di Villanova Mondovì. L’accusato è il suo ex compagno, P.A., col quale la donna aveva intrecciato una relazione ultradecennale che ha poi interrotto in maniera definitiva quattro anni fa.
 
L’uomo però non si sarebbe rassegnato, al punto da cercare casa in paese, sostiene lei, solo per poterla “controllare” a distanza: “Ha affittato un’abitazione a Villanova, dove non aveva interessi lavorativi o di altro genere. L’alloggio era a un centinaio di metri da casa mia, dopo un anno è stato sfrattato”. A quel periodo risale anche l’effrazione denunciata dalla donna, che si era vista sottrarre due mazzi di chiavi. In un separato procedimento P.A. è stato condannato in primo grado per furto (la difesa ha appellato la sentenza).
 
I fatti per cui è ora a processo riguardano i presunti atti persecutori di cui la ex compagna sostiene di essere stata vittima: “Mandava messaggi via Whatsapp e telefonate col numero anonimo. Molte erano silenziose, altre volte mi insultava”. Queste condotte si sarebbero protratte per oltre un anno, “nonostante fosse già stato ammonito dal questore” precisa la querelante. “Quando era venuto ad abitare vicino a me - racconta - mi aveva detto ‘voglio vedere se ti torna la voce’, in riferimento al fatto che non rispondevo alle sue telefonate. Disse anche ‘ricordati che io e te dobbiamo morire insieme’, una frase cui non avevo dato peso sul momento, ma che poi ho interpretato come una minaccia”.
 
La sessantenne ha riferito di aver sofferto per queste indebite attenzioni dal punto di vista sia personale che lavorativo: “Ho dovuto cambiare le mie abitudini, evitando di uscire con i miei cani come ero solita fare. Più volte ho subito svenimenti per lo stato d’ansia in cui mi trovavo, anche in presenza di altre persone. A lavoro ero stata sospesa e messa in cura per diversi mesi finché non ho raggiunto la pensione, ma tuttora assumo farmaci ansiolitici”. In aggiunta a tutto questo, la signora ha spiegato di aver cercato un garage per evitare di subire ulteriori danneggiamenti sulla sua auto: “Era già successo in passato, ho presentato denuncia contro ignoti ma sospettavo si trattasse di lui”. La relazione con l’uomo, sposato e con figli, era stata costellata di difficoltà: “Lui era molto irascibile, bastava un nonnulla per farlo scattare e mi si avventava contro con fare minaccioso. Avevo conosciuto anche sua moglie, lui pretendeva che diventassimo amiche”.
 
Il processo è stato rinviato al 19 settembre per il completamento dell’istruttoria e la discussione.

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