MONDOVÌ - Travolta da un’auto pirata a Mondovì, a processo un commerciante

La vittima ha riferito di essere stata investita da una Golf nera. Per la Procura si tratterebbe di un veicolo che il proprietario aveva lasciato in custodia ad altri

Andrea Cascioli 12/12/2023 17:05

È a processo per lesioni stradali e fuga il titolare di un'attività commerciale di Mondovì, italiano residente in città, accusato di aver investito una donna di origini congolesi in via Torino, nella mattina del 15 maggio di due anni fa.
 
Gli inquirenti sono arrivati a lui in base alle indicazioni sull’auto pirata, fornite dalla stessa vittima e da alcune telecamere di sorveglianza. L’imputato è la persona a cui il proprietario del veicolo aveva affidato la sua Golf nera la sera prima: i carabinieri lo avevano convocato in caserma informandolo dell’accaduto e lui aveva fatto presente di aver lasciato il mezzo in custodia. “Tre giorni prima - ha precisato in aula - avevo avuto io stesso un incidente a Mondovì, in via Langhe. Si trattava di un tamponamento”. La macchina quindi aveva qualche ammaccatura precedente, sulla parte anteriore: “Non c’erano altri danni quando me l’hanno restituita. Con il titolare dell'attività ho parlato di quanto è accaduto, mi ha detto solo che lo avevano accusato di aver investito una donna, ma che non era stato lui”.
 
La signora, madre di tre figli, quel giorno era uscita di casa per una passeggiata. Nell’urto aveva riportato la frattura esposta della caviglia sinistra, per cui era stata sottoposta a operazione chirurgica, insieme ad altre lesioni meno rilevanti. Nell’ultima udienza del processo ha deposto sua sorella, anche lei residente in zona, che era stata tra le prime persone ad accorrere: “Sono scesa in pigiama e senza scarpe, dopo che mi aveva avvisata una collega. Mia sorella piangeva e stentava a parlare, le facevo coraggio dicendole che doveva farcela per il bene del figlio più piccolo, un bambino autistico”. Tra le persone che la testimone dice di aver visto accorrere c’era lo stesso imputato, insieme a diversi passanti: “Mia sorella era convinta di poter morire. Prima di perdere conoscenza, mi aveva detto che a investirla era stata una Golf nera”. Rispondendo alle richieste di chiarimenti della difesa, la donna ha detto di non ricordare con precisione se la sorella avesse perso i sensi prima o dopo l’arrivo dell’ambulanza.
 
Il particolare relativo al riconoscimento della Golf nera è comunque confermato anche dal marito della persona offesa, giunto poco più tardi: “Mi ha avvisato una delle nipoti di mia moglie che vive nelle vicinanze. Quando sono arrivato sul posto ho visto la strada piena di gente, i carabinieri e l’ambulanza. Mia moglie era già stata caricata dai sanitari e stavano per partire: mi ha detto ‘sto morendo, non abbandonare mai i miei figli’. Ha anche detto che era stata investita da una Golf nera, ma non era riuscita a prendere la targa”.
 
In una precedente udienza il giudice aveva già ascoltato la donna investita e uno degli inquirenti. A proposito delle riprese delle telecamere, la difesa sostiene che l’inquadratura non fosse abbastanza ampia da riprendere il punto esatto dell’investimento. Il 24 giugno verranno ascoltati l’ultimo teste e l’imputato.

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