MONDOVÌ - Troppo “rigido” con la sorella: condannato un pregiudicato di Mondovì

L’adolescente aveva denunciato il fratello dopo essere finita in ospedale: “Si sentiva quasi un padre per lei” ha sottolineato la difesa

a.c. 08/07/2021 20:40

 
Le accuse parlavano di maltrattamenti e lesioni aggravate, i giudici le hanno ridimensionate nell’ipotesi più lieve di abuso dei mezzi di correzione.
 
Per questo reato è stato comunque condannato alla pena di tre mesi di reclusione e a un risarcimento dei danni un 27enne di famiglia italo-marocchina, residente a Mondovì. In passato il giovane è stato in carcere per spaccio di droga e si trovava agli arresti domiciliari da appena due mesi all’epoca dei fatti per i quali è stato denunciato dalla sorella quindicenne, nell’agosto 2019. L’adolescente era finita in ospedale per le percosse subite e in seguito era andata in comunità, interrompendo i contatti con il padre e il fratello.
 
L’istruttoria ha fatto emergere un quadro segnato da forte degrado: la famiglia era seguita da anni dagli assistenti sociali che dalla Caritas, dai cui aiuti dipendeva per il proprio sostentamento. Ad aggravare la situazione avevano contribuito gli scontri tra i figli: il fratello maggiore avrebbe lamentato lo scarso impegno di lei negli studi, le frequentazioni poco gradite ma anche il fatto che la quindicenne frequentasse l’oratorio del quartiere e non avesse ricevuto un’educazione conforme ai principi dell’Islam. La madre, che raccontava di avere a sua volta subito violenze dal marito, ha poi lasciato la famiglia a sua volta e ora è con sua figlia. Secondo una volontaria che le ha assistite oggi le due vivono molto meglio: “Lei lavora e si mantiene mentre la figlia ha molto più successo a scuola: ha anche avuto una borsa di studio”.
 
Il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione per il reato di maltrattamenti e la condanna dell’imputato per le sole lesioni colpose, quantificando la pena in sei mesi di reclusione. La difesa di parte civile ha sottolineato: “Siamo in un contesto familiare dove c’è anche affetto tra le parti. L’istruttoria però ha dato conto della reiterazione delle condotte in relazione ai maltrattamenti”. Elemento significativo, secondo il legale della parte offesa, il fatto che “una volta allontanata dal fratello lei è migliorata negli studi: sicuramente in casa c’era una sofferenza morale e fisica”.
 
Il difensore dell’imputato ha ricordato che in contestazione vi erano due singoli episodi: “Non c’è riscontro alcuno alla tesi che abbia messo in atto prevaricazioni, tantomeno legate alla religione o a una sua personalità criminale”. Il suo rapporto con la sorella, ha spiegato l’avvocato, “era quello di una figura quasi paterna: la mamma è analfabeta e ha limiti cognitivi, è sposata con un uomo che si è rivelato essere un padre non molto presente. Quando l’imputato ha scoperto che la ragazza frequentava persone accusate di aver compiuto un furto si è preoccupato per lei”.

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