MONDOVÌ - Una pugnalata al fianco per un pacchetto di sigarette: è successo a Mondovì

In aula le ricostruzioni dell’episodio che ha portato a processo, per tentato omicidio, un amico della vittima. “Eravamo ubriachi e fatti di coca” dice un teste

Andrea Cascioli 15/04/2024 16:54

Sarebbe stata una banale discussione su un pacchetto di sigarette sparito a innescare una lite finita nel sangue, nel centro di Mondovì. L’uomo che venne colpito da una coltellata, nel novembre del 2022, ha reso la sua versione dei fatti nell’ultima udienza del processo per tentato omicidio a carico di R.E.H., un suo conoscente.
 
I due, entrambi marocchini, erano stati assieme per tutta la serata. Prima avevano bevuto in un bar di Villanova, poi si erano spostati a Mondovì, in piazza Mellano, per recuperare una moto. Qui avevano incontrato di nuovo un gruppo di tre connazionali, col quale R.E.H. aveva avuto un battibecco al bar: “Giocavamo a carte, - ha ricordato uno dei tre - a un certo punto è sparito un pacchetto di sigarette di R.E.H. e lui ha iniziato a dire parolacce: è scoppiata una lite”. Sembrava che tutto dovesse finire lì, quando i due gruppi si erano separati. Invece il litigio si sarebbe di nuovo riacceso, forse perché quasi tutti i protagonisti erano quantomeno “alticci”: “Tutti avevamo fatto uso di cocaina e alcol, tranne uno dei nostri amici” ha ammesso un testimone.
 
La persona offesa avrebbe avuto la sola colpa di cercare di frapporsi tra R.E.H. e gli altri tre, prima di ricevere una coltellata. “Quando si sono messo in mezzo - ha raccontato - ho sentito una botta al fianco: non ho capito neanche cosa fosse successo, poi ho visto un coltello buttato a terra”. Sulla narrazione pesa però la reticenza di tutti i presenti, compresa la vittima dell’accoltellamento, che all’arrivo dei carabinieri era svenuto dopo e aveva poi ripreso conoscenza in ospedale. Nell’immediato aveva raccontato di aver visto R.E.H. con in mano “un oggetto di colore nero”, prima di essere colpito. Aveva anche aggiunto che uno dei suoi conoscenti lo aveva avvisato che era stato accoltellato e che due persone avevano subito cercato di disarmare l’aggressore. Circostanza, quest’ultima, confermata solo da uno dei due: “R.E.H. non voleva colpire il suo amico, ma uno del nostro gruppo”. Lo stesso che gli si era avventato contro per primo, ferendosi, nel tentativo di togliergli il coltello dalla mano.
 
Questa persona, finita in carcere per altri reati poco tempo dopo, è oggi latitante e non è stato perciò possibile ascoltarlo. I carabinieri che acquisirono le immagini della videosorveglianza fanno notare che l’accoltellamento avrebbe avuto un antefatto: R.E.H. sarebbe stato infatti colpito con un calcio da uno dei componenti dell’altro gruppo. Dalle telecamere, però, non si riesce a comprendere cosa sia accaduto dopo, perché i protagonisti della zuffa si erano spostati in una zona non videosorvegliata. La persona offesa oggi afferma di essere stata risarcita dalla famiglia dell’imputato, chiamato a rispondere anche di lesioni personali e porto d’arma abusivo. Sostiene comunque di non sapere se l’altro uomo fosse ubriaco e se davvero, all’origine di tutto, ci sia solo una lite per le sigarette: “Sono tutte brave persone”.
 
Il 24 aprile è in programma l’udienza conclusiva del processo.

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