CEVA - Urtò un motociclista svoltando in auto: per il giudice non c’è colpa

L’incidente era avvenuto sulla statale a Ceva: la guidatrice afferma di non essersi accorta di nulla. Per il pm “non c’è l’obbligo di fermarsi quando si svolta”

a.c. 31/05/2022 17:51

Era il 1 giugno di due anni fa, teatro dei fatti la Statale 28 nel tratto di Ceva. Una donna del posto alla guida di un pick-up, E.G., si apprestava a svoltare per entrare nello spiazzo del vivaio Piana Garden quando un motociclista a forte velocità, proveniente dalla corsia opposta, aveva investito la sua auto.
 
Ad avere la peggio ovviamente era stato il centauro, un uomo di Vicoforte, trasportato in ospedale dall’elisoccorso con serie lesioni per le quali i medici avevano previsto più di quaranta giorni di prognosi. L’automobilista si è trovata perciò ad affrontare un processo penale, all’esito del quale, tuttavia, la stessa Procura ha domandato l’assoluzione dell’imputata.
 
Tra i fattori determinanti la perizia del consulente di parte Giorgio Bertazzoli. L’esperto ha spiegato che al momento dell’urto la motocicletta doveva procedere a una velocità stimata in 100 chilometri orari, ben al di sopra del limite di 70 km/h che vige in quel tratto. “L’avvistamento non è reciproco, dalla parte del motociclista c’era una possibilità di anticiparlo” ha spiegato il perito, sottolineando che l’incidente era avvenuto quando il pick-up stava già completando la manovra di svolta verso sinistra. L’imputata in effetti sostiene di non essersi resa conto di nulla, fino al momento dell’impatto: “Avevo già le ruote anteriori nell’area del vivaio, quando ho sentito un botto. L’auto ha iniziato a ruotare su se stessa e si è fermata con una ruota sul marciapiede. Solo allora mi sono accorta del motociclista a terra”.
 
Per il pubblico ministero Alessandro Borgotallo rileva in particolare la testimonianza di un altro automobilista che seguiva la donna sulla stessa corsia, quella in direzione dell’abitato. Il teste aveva detto di aver visto l’auto rallentare e venire colpita dalla moto, in arrivo a forte velocità, quando ormai si apprestava a lasciare la strada. “Non c’è nessun obbligo di fermarsi in questa circostanza, perché si deve liberare la carreggiata nel minor tempo possibile in modo da non costituire un pericolo” ha argomentato il procuratore.
 
Analoghe le considerazioni dell’avvocato Gabriella Turco, difensore della donna: “La perizia chiarisce come la signora non potesse agire diversamente da come ha fatto. C’è anche da considerare il dato, riportato dai carabinieri, che lei era in un tratto a striscia discontinua e per questo non è stata sanzionata. Il motociclista, invece, è stato multato per eccesso di velocità”.
 
Il giudice Marco Toscano, accogliendo la richiesta delle parti, ha assolto l’imputata perché il fatto non sussiste.

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