SANFRONT - A Sanfront il “delivery” dell’abusivo: consegnava a domicilio capi di vestiario contraffatti

Dopo un pedinamento, la Finanza trovò in casa sua merci per cinquemila euro che imitavano grandi marchi dell’abbigliamento

a.c. 10/02/2023 16:45

Era un vero e proprio servizio di “consegne a domicilio” quello messo in piedi da A.A., immigrato marocchino all’epoca residente a Sanfront, cui faceva capo in paese un vasto smercio di abiti contraffatti.
 
I finanzieri lo avevano notato durante un servizio di perlustrazione e pedinato fino a un’officina, dove era stato visto consegnare una busta che conteneva il vestiario “taroccato”. Dalla successiva perquisizione in casa sua si era arrivati al sequestro di ben 181 capi. “Una di una varietà di prodotti di cui nemmeno un negozio non monomarca avrebbe potuto disporre” ha azzardato nella requisitoria il pubblico ministero Raffaele Delpui: Woolrich, Burberry, Louis Vuitton, Lacoste, Gucci, Coco Chanel, Harmont & Blaine e molto altro, tutto ovviamente falso e perciò rivenduto a cifre molto inferiori rispetto agli originali.
 
La quantificazione in termini monetari del valore della merce è stata fatta dallo stesso abusivo: circa cinquemila euro, nel complesso. “I capi erano già inscatolati, fuor di dubbio che per l’eterogeneità del prodotto e delle taglie fossero oggettivamente destinati alla cessione a terzi” ha aggiunto il rappresentante della pubblica accusa, chiedendo la condanna a sei mesi e seimila euro di multa. Una richiesta comprensiva delle attenuanti generiche, visto l’atteggiamento collaborativo dell’imputato.
 
“Ci troviamo di fronte alla contestazione di una condotta che piaccia o non piaccia è un fenomeno sociale da sempre e che oggi si è fatto meno grossolano” ha osservato per contro l’avvocato Flavio Manavella. Il difensore ha osservato che il soggetto, oggi ritornato in Marocco, “non ha mai avuto problemi con la giustizia in Italia, ma in quel momento aveva difficoltà col lavoro e ha cercato di vendere un po’ di merce”. Per questo aveva domandato la non punibilità in considerazione della “particolare tenuità del fatto”.
 
Il giudice Marco Toscano ha condannato il maghrebino a quattro mesi di reclusione e mille euro di multa, accordando il beneficio della sospensione di pena. Per la merce è stata disposta la confisca e la distruzione.

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