LAGNASCO - Caporalato nel Saluzzese, sette rinvii a giudizio

Due imprese familiari di Lagnasco e Barge sarebbero coinvolte nello sfruttamento dei lavoratori stranieri, costretti a turni da 10-12 ore al giorno per 2,5 euro all’ora

a.c. 13/12/2019 19:33

 
Si è conclusa con il rinvio a giudizio di sette persone l’inchiesta per caporalato avviata lo scorso maggio dalla Digos di Cuneo, con la collaborazione del Nucleo Carabinieri Ispettorato Lavoro e dei tecnici dello Spresal presso l’Asl Cn1 di Saluzzo.
 
L’operazione ‘Momo’, dal soprannome di uno degli indagati, ha portato alla luce un quadro di presunto sfruttamento ai danni di almeno 19 lavoratori, immigrati regolari: i lavoratori sarebbero stati costretti a lavorare nei campi e nelle aziende agricole del Saluzzese per 10-12 ore al giorno con una retribuzione pari alla metà del minimo contrattuale (2,5 euro all’ora contro i 5 garantiti). Alla paga di ognuno sarebbe poi stato detratto il compenso dovuto al ‘caporale’ che gli aveva trovato l’impiego, il posto per dormire e i mezzi di trasporto. I braccianti, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, sarebbero stati impiegati anche in alcuni turni notturni presso la ditta di polli e carni bianche gestita da tre degli indagati a Barge.
 
L’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Cuneo Onelio Dodero e dal sostituto procuratore Chiara Canepa aveva portato a tre provvedimenti cautelari nei confronti di un imprenditore agricolo di Lagnasco, il 26enne D.G., di sua madre, la 53enne M.B, e di un cittadino del Burkina Faso di 31 anni, M.T. detto ‘Momo’. Quest’ultimo, ritenuto essere il tramite tra i lavoratori sfruttati e gli imprenditori, si trovava rinchiuso nel carcere di Cerialdo già dallo scorso gennaio.
 
Insieme a loro sono state iscritte al registro degli indagati altre quattro persone. Si tratta del lagnaschese G.G., padre di D.G. e marito di M.B., e del titolare di un allevamento-macelleria a Barge, A.D., insieme alla madre A.P. e a M.C., un’altra donna coinvolta nella stessa attività imprenditoriale.
 
Per tutti e sette il gip ha disposto il rinvio a giudizio. La prima udienza è fissata al prossimo 30 marzo.

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