COSTIGLIOLE SALUZZO - Costigliole Saluzzo, a processo per minacce e insulti all’ex cognata e ai suoceri

Aveva urlato davanti alle sue bambine che avrebbe ucciso la ex moglie perché lo aveva cacciato di casa. Nemmeno l’intervento dei carabinieri era bastato a calmarlo

a.c. 21/09/2019 11:37

 
“Ti faccio ammazzare dai miei amici delinquenti per non sporcarmi le mani”, “ti porteranno via a pezzi perché sei troppo grassa per entrare nella bara”, “ti faccio finire al cimitero come tuo fratello”: una sequela di minacce e ingiurie sanguinose, urlate a squarciagola all’indirizzo dell’ex cognata durante una telefonata e ripetute davanti alle proprie figlie, alla famiglia dell'ex moglie e perfino ai carabinieri accorsi per scongiurare il rischio che dalle parole si passasse alle vie di fatto.
 
Il triste spettacolo era andato in scena il 2 giugno di due anni fa a Costigliole Saluzzo ed è costato a C.G. una querela e un processo per violenza privata e minaccia presentata dall'ex cognata, che si è costituita parte civile. L'imputato, residente a Bene Vagienna, doveva recarsi a Costigliole come da accordi per passare a prendere le due figlie a casa dei nonni materni. In precedenza, l’uomo e la donna avevano avuto una violenta discussione “per interposta persona” al telefono: secondo le ricostruzioni, lui protestava con la sua ex cognata (in quel momento in auto assieme alla sorella, che si trovava alla guida del veicolo) per il fatto che fosse stata cambiata la serratura dell’abitazione un tempo condivisa. Questa sarebbe stata la causa scatenante della sua furia, esplosa alla vista dell'ex moglie che nel frattempo aveva raggiunto la casa dei genitori per paura che ci andassero di mezzo anche loro.
 
Sul posto erano sopraggiunti anche l’attuale compagno di lei e un avvocato, accompagnato dalla moglie che è amica personale della donna. Erano stati proprio questi ultimi ad avvertire una pattuglia di carabinieri di passaggio del fatto che C.G., dopo aver proferito gravi minacce al telefono, stava per raggiungere il paese: “È comparso una decina di minuti dopo il nostro arrivo - ricorda un carabiniere in aula - e ha subito cominciato a minacciare e insultare l’ex moglie e l’ex suocero dicendo che non era giusto che fosse stato cacciato di casa”.
 
Il militare conferma il fatto che, come sostenuto dalla difesa, l’uomo fosse infuriato perché asseriva di dover recuperare beni di sua proprietà in casa e di non avere più la possibilità di entrarvi. Lo stato di evidente alterazione in cui si trovava aveva fatto supporre ai carabinieri che potesse aver bevuto, ma l’alcol test a cui era stato in seguito sottoposto aveva dato esito negativo. L’attuale convivente della donna afferma di avere anche visto C.G. prendere per il collo l’ex suocero: “Quando è arrivato era già alteratissimo, davanti alle sue bambine diceva che avrebbe bruciato la casa con tutti dentro”.
 
Il prossimo 12 dicembre sarà l’imputato a rendere la sua versione dei fatti in aula, prima della chiusura dell’istruttoria e della sentenza.

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