SALUZZO - Devasta la cella e incendia un materasso nel carcere di Saluzzo

Il protagonista è un trentaduenne egiziano. La denuncia del sindacato di Polizia Penitenziaria: 'Detenuti psichiatrici in queste condizioni non dovrebbero stare in carcere'

12/09/2018 12:32

Dal tardo pomeriggio di sabato scorso 8 settembre un detenuto di nazionalità egiziana di 32 anni sta creando problemi all'interno del carcere Saluzzo. Prima ha aggredito un suo compagno di detenzione e poi, quando il personale di Polizia Penitenziaria è intervenuto, ha cercato di aggredire gli agenti, per fortuna senza conseguenze.
 
L'uomo è stato messo in isolamento, dove ha completamente devastato la cella rendendola inagibile. Successivamente, il detenuto è stato assegnato al reparto infermeria: qui, nella tarda serata di lunedì 10 settembre, ha incendiato il materasso creando panico nel reparto detentivo. Provvidenziale e determinante è stato il tempestivo intervento del personale di Polizia Penitenziaria che ha evitato peggiori e ulteriori drammatiche conseguenze.
 
A rendere noto quanto accaduto è Leo Beneduci, segretario generale dell'O.S.A.P.P (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), che commenta: “Il problema serio è che nelle carceri detenuti psichiatrici di tali condizioni non ci dovrebbero stare assolutamente, laddove invece il fallimento delle REMS e la colpevole acquiescenza dell’Amministrazione Penitenziaria da un lato e le scelte delle Autorità Giudiziarie, dall’altro lato, determina una condizione di persistente pericolo per il personale di Polizia Penitenziaria e per l’intera organizzazione delle carceri. D’altra parte già sussiste negli istituti penitenziari l’incapacità di gestire anche attraverso la determinazione di regole certe e se del caso l’irrogazione di sanzioni rispetto agli atti di violenza posti in essere in danno del personale, nei confronti dei detenuti che non presentano consimili patologie di natura psichica, figuriamoci quello che accade per i soggetti che invece ne sono affetti e che ciò nonostante sono costretti a permanere all’interno delle carceri. La richiesta ferma dell’OSAPP è quindi rivolta all’autorità politica del dicastero della Giustizia nella persona del ministro Alfonso Bonafede e del capo del dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini:  impedire che le carceri italiane continuino ad essere delle vere e proprie bolge dantesche anche per la massiccia presenza di detenuti psichiatrici nonché, in termini di disagio del personale di Polizia Penitenziaria, dei veri e propri manicomi criminali in tutto simili a quelli del secolo scorso”.


c.s.

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