SALUZZO - Diede false generalità ai carabinieri di Saluzzo: condannato un richiedente asilo della Guinea

Il 26enne doveva rispondere anche dell’incauto acquisto di una bicicletta risultata essere stata rubata da due minorenni: per questa accusa è stato invece assolto

a.c. 11/09/2020 15:50

 
Aveva fornito le generalità di un connazionale ai carabinieri di Saluzzo che lo avevano fermato per un controllo mentre conduceva una bicicletta poi risultata essere rubata. Per questo B.F., cittadino della Guinea nato nel 1992 e giunto in Italia come richiedente asilo, è stato condannato a 8 mesi di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale della pena.
 
Il giudice Elisabetta Meinardi l’ha invece assolto dagli altri due capi di imputazione a suo carico, relativi l’uno all’incauto acquisto della bicicletta e l’altro a una violazione delle norme sull’immigrazione. I fatti risalgono all’ottobre 2018 e prendono avvio dalla denuncia di un furto: visionando le immagini di una telecamera di sorveglianza nell’area residenziale Le Corti, i militari avevano individuato due minorenni già segnalati per molteplici fatti analoghi in possesso di una bicicletta rubata. Gli stessi due ragazzi (uno italiano, l’altro di origine maghrebina) erano stati ripresi intenti a rubare un’altra bici che poi avrebbero rivenduto a B.F., fermato dai carabinieri mentre conduceva la mountain bike di colore bianco-arancione.
 
Il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva chiesto la condanna a un anno e un mese di detenzione per tutte le imputazioni, assumendo che il guineano non potesse non essere a conoscenza dell’origine illecita dell’acquisto: secondo gli inquirenti, la compravendita sarebbe stata conclusa per un prezzo di appena cinque euro. “Una cifra misera perfino sul florido mercato delle bici rubate del Saluzzese” ha concluso il rappresentante della Procura.
 
Per contro l’avvocato Giulio Brovia, difensore di B.F., ha sostenuto che la ricostruzione accusatoria fosse lacunosa sotto diversi aspetti: “Era evidentemente una bicicletta usata e quindi di valore ridotto. Nel chiederci se il soggetto potesse avere un dubbio sulla legittima provenienza del bene dobbiamo inoltre tenere presente che questa persona viene da un contesto culturale molto diverso per usi e costumi”.

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