CASALGRASSO - Dopo l’arresto spedì un pacco con hashish e marijuana in Trentino: condannato

Pur sottoposto all’obbligo di dimora, il giovane di Casalgrasso aveva continuato a gestire via Telegram gli accordi per la cessione di droga, anche con minorenni

a.c. 17/06/2021 19:12

A mettere i carabinieri di Pergine Valsugana (Trento) sulle tracce di M.V., residente a Casalgrasso, era stato nel novembre scorso il ritrovamento di un pacco di fronte all’abitazione di una donna deceduta tre anni prima.
 
La scatola, segnalata da una cugina della defunta, conteneva vari oggetti assieme a un pacchetto con 25 grammi di hashish, uno spinello già pronto, due bustine con semi di marijuana e tre involucri di cellophane anch’essi riempiti con marijuana e hashish. Il mittente aveva accluso alla spedizione anche un bilancino, accompagnato da un biglietto con la scritta “te lo regalo questo, ne ha pesata di polvere”.
 
Dai successivi accertamenti è risultato che M.V., arrestato solo un mese prima a Nichelino perché trovato in possesso di quasi sette grammi di “erba” e di 1500 euro in contanti, era sottoposto in quel periodo all’obbligo di dimora. Nel corso della perquisizione domiciliare i carabinieri di Murello avevano rinvenuto 574 grammi di sostanze tra hashish e marijuana perlopiù essiccata. Altre indagini erano state avviate dopo che in due distinte occasioni il soggetto era stato sorpreso a violare la misura cautelare, poi aggravata negli arresti domiciliari: le telecamere lo avevano ripreso mentre rientrava in paese dalla strada che porta a Torino. Proprio nelle aree a cavallo tra il Torinese e la Granda, secondo la Procura, ruotava l’attività di spaccio gestita dal giovane anche nel periodo successivo all’arresto.
 
A fornire riscontri in tal senso i messaggi scambiati via Telegram con diversi consumatori abituali di stupefacenti. Attraverso la app di messaggistica istantanea gli acquirenti si accordavano per la cessione di droghe, scambiandosi immagini e utilizzando un codice: l’hashish per esempio diventava “lo zio”, mentre la marijuana era “la zia”. In queste chat era impostato un timer che avrebbe consentito di cancellare tutti i messaggi entro un certo tempo, in modo da evitare possibili guai con le forze dell’ordine. Tra gli interlocutori di M.V. anche un minorenne trentino, identificato come il destinatario del pacco ritrovato dai carabinieri di Pergine. Il ragazzo ha confermato in aula di aver ricevuto due diverse spedizioni dall’imputato, conosciuto proprio attraverso la comune frequentazione di un gruppo su Telegram.
 
Per M.V. il sostituto procuratore Francesca Lombardi aveva chiesto la condanna a cinque anni di carcere: “Vi è prova che dopo essere stato messo a obbligo di dimora l’imputato ha continuato a intrattenere conversazioni che riguardavano l’acquisto di stupefacenti: espressione questa di una personalità indifferente alla comprensione di qualsiasi precetto”. Il difensore, avvocato Marco Pederzani, non è provato che tutti i messaggi incriminati si riferissero a scambi effettivamente avvenuti: in casa, ha rimarcato inoltre il legale, non era stato trovato nulla nelle perquisizioni successive.
 
I giudici hanno comunque ritenuto il casalgrassese colpevole per quanto riguarda la spedizione in Trentino e per altre cessioni di droga. L’imputato è stato condannato a quattro anni e due mesi di reclusione.

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