ORMEA - Imprenditore di Ormea assolto dall’accusa di truffa nella costruzione di una centrale idroelettrica

Il contenzioso da 220mila euro opponeva i due ex soci di Idrovalore 1 srl, impegnati in un cantiere sul Rio Torto a Saluzzo

a.c. 16/07/2019 17:29


Non ci fu nessuna truffa nella realizzazione della centralina idroelettrica sul Rio Torto di Saluzzo. Lo ha stabilito il tribunale di Cuneo assolvendo perché il fatto non sussiste l’imprenditore di Ormea A.B., attivo nel settore energetico e in particolare nella costruzione di turbine e componenti per impianti idroelettrici.

L’uomo era finito a processo in seguito a una denuncia presentata dal suo ex socio in affari, M.R., titolare del gruppo Ranft di Merano (Bz). Al centro della contesa c’era appunto il progetto idroelettrico ‘Sette Salti’ assegnato alla Idrovalore 1 srl, società della quale M.R. era socio al 51% e A.B. per il restante 49%.

Secondo l’accusa, tra il 2014 e il 2015 A.B. avrebbe falsamente fatto credere al socio finanziatore che i lavori del cantiere fossero già partiti, sebbene il progetto fosse scaduto e mancassero la voltura per la concessione dell’acqua e i permessi di costruzione. L’imprenditore di Ormea avrebbe fornito false rassicurazioni in tal senso anche all’intermediario che l’aveva messo in contatto con M.R., affermando che si sarebbe fatto carico anche delle procedure burocratiche presso il Comune di Saluzzo, cosa che poi non avvenne. Solo in seguito a un successivo intervento di M.R. si sarebbero finalmente sbloccati i lavori.

Del tutto opposta la ricostruzione avanzata dalla difesa di A.B., secondo cui la richiesta di 220mila euro di finanziamenti per la costruzione di una turbina - oggetto dell’imputazione di truffa - era giustificata come prima tranche sui lavori del cantiere ‘Sette Salti’, il cui valore era circa tre volte superiore. Quello di Saluzzo, del resto, era solo uno dei cinque cantieri che fino al maggio 2015 A.B. aveva portato avanti come amministratore unico della Idrovalore 1 srl, in piena autonomia organizzativa: l’esposizione finanziaria di M.R. ammontava nel complesso a oltre 2 milioni di euro.

Al di là dei ritardi nell’avanzamento dei lavori, non sarebbe stata posta in essere nessuna condotta ingannevole nei confronti del socio sudtirolese, che veniva informato con costanza dall’intermediario e che comunque non aveva mai concordato gli aspetti organizzativi e i tempi di consegna nei vari cantieri.

L’intero procedimento giudiziario, argomenta la difesa, sarebbe stato invece un espediente da parte di M.R., la cui azienda ha un giro d’affari da 20 milioni di euro, per ottenere il fallimento della società e acquistarle in seguito a poco prezzo. La Idrovalore 1 srl, il cui valore finanziario era salito a 5 milioni di euro alla fine del 2014, venne acquisita un anno dopo per 430mila euro dal gruppo meranese.

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