VENASCA - Insulti al sindaco e alla giunta di Venasca, il processo si chiude con tante scuse

Le frasi scritte su un gruppo di Facebook, decisamente sopra le righe, sono costate la denuncia a un buschese: “Ho sbagliato a lasciarmi andare” ammette ora

Andrea Cascioli 14/02/2024 19:00

C’è voluto un post di scuse per chiudere il contenzioso legale tra l’amministrazione comunale di Venasca, sindaco e assessori, e l’ex gestore di un locale che li aveva ingiuriati su Facebook. Il post è stato pubblicato proprio sul “luogo del delitto”, ovvero il gruppo Facebook Sei di Venasca se: l’uomo ha definito “inaccettabili” le parole e i toni, degni del Napalm51 di Crozza, che aveva utilizzato in più occasioni.
 
“Se è corretto esprimere il proprio dissenso relativamente ad atti o prese di posizione dell’amministrazione che ho ritenuto di non condividere, - ha aggiunto - ho sbagliato nel lasciarmi andare ad insinuazioni che ritengo infondate e ad insulti. Me ne scuso con il sindaco e la giunta”. Circa il fatto che le affermazioni fossero davvero sopra le righe concordano anche gli autori della querela: tutto è partito da una polemica locale, legata alla richiesta di restituzione di alcuni spazi che il Comune aveva in precedenza concesso alla Pro Loco, stante la necessità di effettuare una ristrutturazione.
 
“Aveva scritto che la Pro Loco avrebbe dovuto versare il ‘pizzo’ all’amministrazione e che ci vantavamo in paese di quello che stavamo facendo, perché eravamo usciti dal buco sbagliato al momento del parto” ha ricordato l’assessore e vicesindaco Giampiero Gianaria, che ha promosso l’azione legale insieme al sindaco Silvano Dovetta e all’altro assessore Francesco Di Manso. Non era peraltro la prima volta che C.G., il buschese autore dei commenti incriminati, si esprimeva in quel modo. In occasione dell’installazione di una nuova fontana in paese, la stessa persona aveva alluso ai “soliti magna magna che tutti conosciamo”.
 
La Polizia Postale ci ha messo poco a rintracciarlo, anche perché lo stesso utente era già stato oggetto di analoghi accertamenti nel 2017. In aula si è detto dispiaciuto per quelle parole: “Il mio post era molto sarcastico e non pensavo di offendere, anche perché Dovetta lo conosco da trent’anni”. A seguito delle scuse pubbliche, la denuncia è stata ritirata e il giudice ha quindi dichiarato non doversi procedere.

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