SALUZZO - Lanci di catrame e inseguimenti, la persecuzione di una coppia vale una doppia pena per stalking

Già condannato in un processo analogo, l’artigiano saluzzese si è visto sanzionare di nuovo. All’origine la volontà di vendicarsi di una sua ex affittuaria

Andrea Cascioli 18/09/2025 19:30

Due volte condannato per stalking, prima su denuncia di una ex affittuaria e poi del marito di lei: è quanto accaduto a un artigiano di Saluzzo, V.C., cui il giudice Francesca Grassi ha inflitto la pena di un anno e quattro mesi di reclusione. Per l’imputato è stata disposta anche la revoca della sospensione condizionale, a seguito della precedente condanna, oltre a un risarcimento di cinquemila euro. “Da sei o sette anni siamo in questa situazione” ha raccontato il marito della signora nel secondo processo, conclusosi pochi giorni fa. Questa la ricostruzione dei fatti della persona offesa: “Mia moglie - ha spiegato - ha affittato un locale commerciale per dodici anni fa lui, durante questi anni non c’è stato alcun tipo di rapporto: avevano un bonifico automatico per gli affitti e ognuno faceva la sua vita. Un giorno, a quanto pare, si è messo in testa che mia moglie avesse mandato i vigili a fare controlli mentre lui faceva lavori nel suo appartamento. Cosa mai accaduta”. L’accusato parla, dal canto suo, anche di presunti pagamenti in nero concordati e non effettuati. Sta di fatto che da tutto ciò sono scaturiti dispetti sempre più pesanti. Nel primo processo, quello originato dalla denuncia della ex affittuaria, si menzionava tra l’altro di un danneggiamento ai macchinari del negozio: in quell’occasione era stato versato acido da una finestrella semi aperta. Con un corredo di ingiurie, insulti, minacce in luoghi pubblici, anche in presenza della figlia minorenne della coppia. La seconda denuncia riguarda fatti della primavera del 2021, nel periodo in cui l’altro procedimento era già in corso. Il marito dell’esercente perseguitata ha raccontato di essere stato inseguito in più occasioni e ha menzionato anche un tentativo di investimento, nei pressi del circolo del tennis. La stessa notte si era poi verificato un danneggiamento al negozio della moglie: “Pochi giorni prima aveva rifatto il catrame davanti al suo locale commerciale: ha avanzato del catrame e ha pensato bene di buttarlo contro il negozio”. La prova, sostiene l’autore della denuncia, è che “la gocciolatura della catramina dal negozio di mia moglie arrivava fino all’auto parcheggiata dell’imputato”. Ci sono risvolti ulteriori che il pubblico ministero Alessandro Borgotallo ha menzionato nella requisitoria, prima di chiedere per l’imputato una condanna a due anni: lo svenimento di una testimone d’accusa in aula, o il fatto che il precedente avvocato di parte civile avesse rinunciato all’incarico perché minacciato (la sua querela è stata poi rimessa, previo risarcimento). “L’odierno imputato è uno stalker certificato” ha rimarcato il legale della persona offesa, l’avvocato Vittorio Sommacal, parlando di “una totale mancanza di sensibilità nei confronti del vivere civile e dei provvedimenti dell’autorità”. Opposta era la prospettazione offerta dai difensori, gli avvocati Alessandra Piano e Pier Paolo Lingua: “Nessuna prova al di là delle dichiarazioni della persona offesa. È emerso chiaramente che c’è un odio reciproco fra l’imputato e la parte civile con querele reciproche”.

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